In merito agli episodi di criminalità minorile a Pomigliano e nelle città della diocesi, l’Azione cattolica di Nola ha diffuso una nota, il cui testo pubblichiamo di seguito.
È facile parlare di educazione e nuove generazioni quando ci sono emergenze e casi di cronaca eclatanti. Poi le telecamere si spengono e tutto finisce. Il giorno successivo ai servizi televisivi, genitori, insegnanti, parroci, educatori, allenatori tornano soli di fronte a difficoltà sempre crescenti e contro le quali non sempre sono attrezzati. Le istituzioni non possono cavarsela con un generico invito a collaborare e fare rete. Devono farsi carico della domanda di sicurezza delle città. Devono farsi carico delle situazioni di degrado materiale e morale in cui matura la criminalità minorile. Le politiche sociali ed educative sono sempre piú la Cenerentola delle politiche complessive del Paese e degli enti locali.
Tutti coloro che sono impegnati nel campo dell’educazione sono colpiti dai recenti fatti accaduti a Pomigliano e nella provincia di Napoli. Questi fatti denudano anche le nostre responsabilità come associazione che ha al centro la formazione della persona, responsabilità cui non ci sottraiamo: sappiamo che, per quanto animati da volontà e buone motivazioni, la nostra azione risulta parziale e fragile in un contesto di trasformazione epocale. Basti solo pensare a come determinate opzioni economiche e culturali minino nel profondo la famiglia, riducendo di qualitá e quantitá il tempo delle relazioni e dello stare insieme.
Non ci va di partecipare alla caccia al colpevole. Al di là delle responsabilità personali, certamente superficiale, ingiusta e auto assolutoria è l’accusa generalizzata alle nuove generazioni. È fondato richiamare alle proprie responsabilità le famiglie, ma è ipocrita farlo senza garantire ad esse il minimo supporto materiale e culturale. Chi ama i bambini, i ragazzi e gli adolescenti deve saper immaginare città a loro misura, in cui possano investire il loro tempo e non sprecarlo.