La presenza di un nodulo al seno sospetto non deve essere sottovalutato. Oggi, grazie alla prevenzione e all’informazione è possibile riconoscere, diagnosticare ed agire tempestivamente. I noduli al seno possono essere benigni o maligni.
La prevenzione è un tema molto sentito e sostenuto da tutti, soprattutto negli ultimi anni, perché importante per rilevare la presenza di formazioni sospette nel nostro organismo fin dalle fasi iniziali del loro sviluppo; questa è importante anche quando si osserva il nodulo al seno.
Le cause possono essere di origine infiammatoria, infettiva o neoplastica. Quando se ne rivela uno, è necessario asportarlo chirurgicamente per sottoporlo ad un esame istologico al fine di chiarirne la natura, benigna o maligna.
COME RICONOSCERE UN NODULO AL SENO: I SINTOMI
Ogni anno vengono presentate e promosse diverse campagne di sensibilizzazione e prevenzione sul seno (AIRC, LILT) che invitano le donne a sottoporsi preventivamente ad una ecografia e una mammografia per rivelare eventuali formazioni di noduli o tumori.
Oltre a questi esami, ogni donna dovrebbe regolarmente eseguire autonomamente l’autoesame e l’autopalpazione del seno. In alcuni casi le alterazioni dei noduli al seno sono visibili ad occhio nudo.
Con l’autoesame, la donna deve osservare il suo seno davanti a uno specchio e controllare che non ci siano irregolarità al capezzolo, gonfiore o alterazione della sua superficie e visibili differenze tra il seno destro e il sinistro. Dopo questa prima fase, bisogna palpare con delicatezza il seno tenendo le braccia in posizioni diverse, al fine di verificare la condizione dei noduli. Le braccia andranno posizionate lungo i fianchi, sopra o dietro la testa, piegando la testa in basso con le braccia distese e con le mani sui fianchi contraendo i muscoli pettorali.
L’autopalpazione si esegue, invece, da sdraiate mettendo un cuscino sotto la spalla e il braccio dello stesso lato piegato dietro la testa. Con il palmo dell’altra mano si dovrà esercitare una pressione sul seno e compiere dei movimenti circolari concentrici. A questo punto, con delicatezza si stringerà il capezzolo con il pollice e l’indice e controllare se esce sangue o una secrezione scura.
Questi esami “fai da te” dovrebbe essere eseguiti da tutte le donne dai 20 anni di età, e dovrebbero essere ripetuti almeno una volta al mese, specialmente una settimana dopo la fine del ciclo mestruale, quando il seno è meno dolente.
Osservazione e controllo del seno
I tumori della mammella possono essere riconosciuti anche dall’esterno: la pelle sovrastante va all’interno, la forma della mammella si modifica e si evidenziano dei segni cutanei causati dal linfedema.
Distinguere i noduli benigni dai maligni
Il nodulo al seno può essere benigno e maligno.
Quando è benigno i noduli si presentano con contorni netti, a forma ovale o tondeggiante, e sono mobili; può però cambiare la consistenza ed essere duri, morbidi (adiposi) o liquidi (cisti). Le formazioni benigne consistono in cisti e fibroadenomi.
Le cisti sono dolorose alla palpazione e si presentano morbide poiché al loro interno hanno del siero, che viene esaminato, con un esame istologico che prevede la sua aspirazione, per fare la diagnosi. Una volta svuotata, la cisti deve essere tenuta sotto controllo perché può riempirsi di nuovo.
l fibroadenoma è conseguenza di squilibri ormonali, non è doloroso ma può essere fastidioso. Questo viene rimosso con un piccolo intervento chirurgico.
I noduli maligni, invece, si riconoscono per i contorni asimmetrici e poco definiti e perché sono immobili. La forma più grave è il carcinoma mammario.
Per distinguere il tipo di tumore al seno, è necessario sottoporsi ad una serie di accertamenti e riferire al proprio medico la presenza di uno o più noduli duri nel seno o nell’ascella, il cambiamento nella grandezza o nella forma del seno, cambiamento dell’epidermide o alterazioni del capezzolo (secrezioni inusuali, eruzioni cutanee) o la comparsa di una “pallina” sulla cute.
La loro presenza, inoltre, può provocare dolore e può essere associata ad altri sintomi: gonfiore, secrezione dal capezzolo (chiara, lattescente o ematica), alterazioni cutanee (arrossamento, eritema e linfedema “a buccia d’arancia”), senso di tensione e calore, screpolature e cambiamenti nella forma del seno.
LA DIAGNOSI DEI NODULI AL SENO
La diagnosi del nodulo al seno viene eseguita dopo che il medico ha eseguito l’anamnesi del paziente, per evidenziare casi simili nella famiglia e conoscere se la presenza del nodulo tende ad apparire e scomparire periodicamente.
Verrà eseguita anche una visita senologica specifica basata sull’osservazione e sulla palpazione del seno per verificare le dimensioni, la dolorabilità, la consistenza e la mobilità dei noduli e riscontrare alterazioni nella zona in cui è presente il nodulo o la massa (eritemi, segni cutanei, linfedema, secrezione dal capezzolo). La visita si completa con la palpazione della zona ascellare, sopraclaveare e sottoclaveare per escludere la presenza di masse e adenopatia.
A questo punto si procede con dei test diagnostici più specifici che si basano sulle immagini e sulle analisi istologiche. Questi esami comprendono l’esecuzione di una biopsia del nodulo, una ecografiamammaria, una mammografia e l’agoaspirato (agocentesi).
In alcuni casi, quando i precedenti test non sono esaustivi sulle condizioni della paziente, lo specialista può richiedere di eseguire una risonanza magnetica mammaria. Ognuno di questi esami è molto importante per capirne meglio la natura del nodulo.
NODULO AL SENO: TERAPIA O INTERVENTO?
In caso di fibroadenomi la paziente seguirà una cura farmacologicache consiste nella somministrazione della pillola anticoncezionale che serve a ridurre il volume del nodulo; in caso di cisti invece, oltre agli antibiotici e antidolorifici, si potranno eseguire degli impacchi caldi per rendere più fluido il latte e sbloccare il canale ostruito.