di Gianni Amodeo
Omaggio alla memoria di Aniello Montano, autore di limpida e chiara scrittura, ma anche e soprattutto cultore e divulgatore del pensiero filosofico che permea di sé e attraversa i processi dell’umano incivilimento, ispirando e dando linfa alla varietà delle culture identificative dei popoli; culture, la cui interazione genera e alimenta quella feconda contaminazione che costituisce il nerbo e la ricchezza della conoscenza senza frontiere, del tutto avulsa ed estranea alle cupe ed isolate “ torri d’avorio”, nelle quali alberga il tronfio pensiero unico ed unilaterale, pretenzioso e borioso per quanto sterile. E’ la conoscenza aperta e dialogante, rispettosa di tutte le identità, costumi ed usanze che diventa fonte inesauribile di progresso etico e sociale, liberando l’uomo dalla schiavitù dell’ignoranza che innesca pre-giudizi e sorregge la cappa dell’offuscamento della ragione.
E’ stata- questa- la chiave di apertura, con cui Aniello Montano è venuto dispiegando costantemente la propria azione divulgativa con ampiezza di respiro , per un impegno vissuto con passione ed entusiasmo,sia sul versante dell’insegnamento, quale docente di Storia di Filosofia nell’Università di Salerno, sia nell’articolata e cospicua produzione di saggi e monografie, in cui sono ri-visitate le tematiche dei più significativi pensatori che hanno segnato- e segnano- i tornanti della speculazione filosofica, risalendo dal naturalismo dei pre-socratici fino alla contemporaneità con particolare rilevanza per i profili dell’Esistenzialismo, di cui Jean Paul Sartre è certamente l’espressione più compiuta per acutezza e genialità dialettica. E lungo i tornanti della ricerca culturale, Montano ha avuto nell’opera e nella figura di Giordano Bruno,il filosofo di “Nulla Accademia”, l’indefettibile e costante guida. Un incontro di rilevante valenza per Montano, quello con l’assertore della teoria degli “ infiniti mondi ” che ribalta la cosmologia geocentrica, avvalorando le visioni eliocentriche, la cui “lettura” di carattere matematico ed astronomico si ritrova negli sviluppi delle sperimentazioni e negli scritti scientifici di Niccolò Copernico e Galileo Galilei; incontro che ne sollecita e stimola marcati interessi le istanze della modernità, la cui matrice si ritrova e esplica negli orizzonti dell’umanesimo rinascimentale.
Ma Aniello Montano ha impresso sulla propria intensa attività di docente e autore anche il senso dell’autenticità partecipativa alla vita sociale, sia in quel di Acerra, la città natia, dove viveva e risiedeva, che a Nola, dalla cui l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Geremia Biancardi, gli era stata conferita qualche anno la cittadinanza onoraria, quale riconoscimento di benemerenza per il sostegno dato a tutte le iniziative, mirate sulla promozione della conoscenza delle opere e del pensiero del Martire di Campo de’ Fiori; iniziative, tra le quali spicca per spessore attrattivo il “ Certame bruniano”, l’eccellente manifestazione – ideata e organizzata da Meridies, in collaborazione con gli Enti locali dell’area e soggetti privati- che catalizza ogni anno la partecipazione di centinaia di giovani studenti dei Licei di tutte le città italiane, oltre che delle Università statali e estere, accomunati dal fascino che esercita Giordano Bruno. E, quella del “Certame ”, per lo spirito e la serietà, con cui si è venuta caratterizzando nel corso degli anni, costituisce una delle rare manifestazioni culturali degna di credito e affidabilità nel contesto territoriale, esaltando al meglio il protagonismo dei giovani, favorendone gli incontri e l’impulso alla formazione delle coscienze individuali e delle coscienza pubblica. Una realtà – il Certame – di cui una cospicua parte si deve alla paziente e laboriosa tessitura di relazioni tra le istituzioni scolastiche ed extra-scolastiche, sviluppata da Aniello Montano. Un segno di eloquente retaggio, che lascia l’illustre studioso; segno, che, coniugato con la produzione saggistica, è anche il sigillo di quella “religione civile” ben presente e radicata nelle figure più rappresentative proprio dell’umanesimo rinascimentale e che echeggia nelle pagine di Giordano Bruno. E’ la “ religione civile “, per la quale la dignità dell’uomo si commisura con il concreto apporto che conferisce al progresso civile della società attraverso il lavoro, la cultura e l’arte.
LE TESTIMONIANZE
La Sala dei Medaglioni del palazzo vescovile è stata la location dell’omaggio alla memoria di Aniello Montano , per iniziativa dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Geremia Biancardi, in collaborazione con la Curia diocesana e il Centro culturale “ Giordano Bruno ” . Un omaggio ispirato dal racconto dei ricordi di quanti hanno avuto modo di conoscere e frequentare Aniello Montano per relazioni amichevoli e professionali; racconto commosso, espressivo della grammatica esistenziale con cui Ugo Foscolo affranca la condizione umana dal nichilismo, come per disegnare, sull’onda della “ religione delle illusioni”, il profilo della “corrispondenza” di affetti e idee, con la quale i ricordi si plasmano come fotogrammi di una sequenza filmica, facendo rivivere chi non appartiene più al mondo presente attraverso le azioni e gli eventi di cui è stato partecipe, soprattutto sui versanti delle positività valoriali.
Su questo registro s’innestava il filo evocativo di Maurizio Cambi, anch’egli docente nel Dipartimento di Filosofia nell’Università di Salerno. Un filo, per intrecciare sentimenti di amicizia ed episodi della comune attività nella docenza; attività che Montano fondava sul rapporto sereno e di schietta disponibilità verso i giovani. Di carattere più strettamente personale, i tasselli della memoria fissati dalla preside Eugenia Daniele, che di Aniello Montano evidenziava la gentilezza per uno stile di vita, pervaso di discrezione e riservatezza, ma anche di tenace coraggio nel sostenere iniziative e attività, il cui precipuo obiettivo era costituito dall’affermazione dell’etica, che fa crescere la civiltà.
Aldo Masullo, nel focalizzare il fine primario della Filosofia, quale ricerca del senso della vita e di autocoscienza dell’uomo nel rapportarsi con i propri simili e con il mondo, sottolineava di Montano la feconda e preziosa attività di docente di Storia della Filosofia. Un impegno vissuto in profondità, al di là dello stretto ambito della professionalità, quasi in colloquio continuo con i pensatori che ne hanno scandito il cammino più arduo e penetrante nell’aprire gli orizzonti del sapere e della scienza dell’uomo. Dato particolare risalto allo stretto legame che intercorre tra i meriti- promotori del vivere civile- e la dignità della memoria, che ne è la testimonianza più credibile e affidabile, Masullo ribadiva la dimensione umana e sociale di Aniello Montano nell’aver saputo porre il proprio patrimonio culturale al servizio degli altri con sobria attenzione e metodica dedizione.