La crisi di governo potrebbe far rientrare dalla finestra ciò che Letta aveva, non senza fatica, cacciato via dal portone. Il primo effetto è l’incremento dell’Iva, ma il vero incubo è la Tares che in città aumenterà del 46 per cento. L’Iva, da ieri, passa dal 21 al 22 per cento. Gli effetti non saranno immediati, in quanto la rotazione delle scorte dovrebbe consentire di spalmare gli aumenti nell’arco di una settimana. Secondo dati Codacons, si prevede in ogni caso un esborso che può andare dai 209 euro su base annua per una famiglia di tre persone a 349 euro per un nucleo composto da cinque elementi. Ma oltre che sulle famiglie l’aumento dell’Iva avrà pesanti conseguenze anche sulle aziende. Anche se l’amministrazione comunale ha garantito di non ritoccare l’addizionale Irpef, la stangata sarà comunque inevitabile, soprattutto se si pensa ai costi della nuova tassa sui rifiuti. Un esempio? Per una famiglia media di quattro persone che abita in un appartamento di 80 metri quadrati, si prevede un passaggio dai 186.48 euro del 2012 ai 348 dell’anno in corso. Una differenza di 161.52 euro che si tradurrà, in base all’elaborazione Uil-Servizio Politiche Territoriali, in un incremento del 46.4 per cento. A livello nazionale solo Monza ci precede, con un incremento del 47.7 per cento. In linea Pavia (+ 46.5 per cento). Seguono Savona (+45.6 per cento) e Pisa (+42 per cento). Venezia e Prato sono le più virtuose, con un incremento, rispettivamente, del 6.2 e del 2 per cento. La stangata sui rifiuti si materializzerà a dicembre, nella versione rincarata dai Comuni. Un antipasto della futura servite tax che, con il saldo 2013, costerà in media 281 euro a famiglia. La famigerata Imu sulla prima casa lo scorso anno, si legge sulle colonne della Stampa, era costata in media 225 euro, 56 in meno della nuova Tares che porterà nelle casse pubbliche 2,3 miliardi in più della vecchia tassa sui rifiuti. La nuova imposta da un lato dovrà coprire per intero il servizio smaltimento rifiuti, dall’altro, con un balzello di 30 centesimi a metro quadro, finanzierà i cosiddetti “servizi indivisibili”. Cose come illuminazione, strade, sicurezza, che già oggi paghiamo con le addizionali comunali Irpef. La stangata di dicembre, come detto, è solo l’antipasto della nuova servite tax, che secondo le previsioni il prossimo anno porterà quei 30 centesimi a un euro a metro quadro per garantire i 2,3 miliardi di gettito della abrogata Imu sulla prima casa non rifinanziati dal Governo. Della servite tax intanto gli inquilini faranno un primo amaro assaggio quest’anno con il pagamento di quei 30 centesimi a metro quadro. La Tares quest’anno sarà infatti dovuta tanto dagli inquilini che dai proprietari. Poi nel 2014 i “servizi indivisibili” dovrebbero essere addossati per l’80 per cento ai proprietari e per il restante 20 agli affittuari.