“Con la Delibera di Giunta nr. 125/2014, che stabilisce il conferimento di rifiuti calabresi negli Stir delle province di Avellino, Benevento e Salerno, ancora una volta, la Regione di Caldoro dà dimostrazione di quanto, il Governatore, sia sempre affetto dalla errata convinzione di considerare Napoli il “salotto buono”della regione e le aree interne la “stanza di servizio”. Con l’accordo di “solidarietà” stipulato con la Regione Calabria, deliberato in Giunta ad aprile e pubblicato sul BURC il 23 giugno, la Giunta Regionale ha voluto ancora condire di giustificazioni apparenti, la realtà di una strutturale incapacità programmatica delle amministrazioni di centrodestra a non saper gestire il tema “Rifiuti” oltre le logiche dell’emergenza. Di fatto, la millantata “solidarietá” scambiata dalle due amministrazioni è solo l’ennesima “pezza a colore” apposta a copertura dell’assoluta assenza di un metodo, di una lacerazione profonda tra scienza e coscienza”. E’ quanto sostiene attraverso una nota la segreteria provinciale del Partito Democratico. “Di questo, a farne ancora le spese: le aree interne. Queste, – prosegue – per nulla causa della passata “crisi rifiuti” campana, durante la quale la Regione di Scopelliti aveva prestato soccorso a quella di Caldoro, oggi si vedono penalizzate, perché i propri impianti sarebbero sottoutilizzati. Ovviamente la Regione, non sottolinea il fatto che questo accade perché la politica di smaltimento rifiuti, in Irpinia e nelle aree interne, seppure perfettibile, é certamente più razionale di quella condotta nella provincia napoletana. Negli STIR di Irpinia, Sannio e salernitano, si conferiscono meno rifiuti solidi urbani, non perché al servizio di piccole porzioni di popolazione, ma perché é maggiore la percentuale di rifiuti differenziati raccolti, rispetto a quelle delle altre aree campane. Oltre il 52% nella provincia di Avellino, il 55% in quella di Salerno, il 62% in quella di Benevento, contro il 40% di Caserta e il 36% di Napoli. Quello che dovrebbero essere meriti da incentivare, invece, nelle premesse alla Delibera, diventano, incredibilmente, causa di sottoutilizzazione degli impianti, di riduzioni di personale, cassa integrazione, elevati costi di gestione, addirittura, di aumento delle tariffe provinciali.
É per “salvarci” da tutto questo che la Giunta Caldoro ha ritenuto giusto dirottare, esclusivamente nelle province virtuose, i rifiuti calabresi. Un “regalo”, che ci permetterebbe di ritornare ai livelli di funzionamento antichi, superando le diseconomie che la raccolta differenziata starebbe provocando. Con questo atto, il Governatore, ha voluto sancire per legge, non la necessità di riprogrammare il sistema di smaltimento dei rifiuti, dei suoi impianti, del personale impiegato, alla luce dei meritori risultati raggiunti, bensì, di escogitare, ad ogni costo, qualsiasi condizione funzionale a mantener in vita lo status quo dell’emergenza.
Così, il danno subito dall’Irpinia e dalle altre province vittime del “napolicentrismo”, con questo nuovo provvedimento della Regione Caldoro, non sará semplicemente il potenziale aumento di fonti inquinanti. Dopo la minaccia di trivellazioni petrolifere, la riduzione dei servizi sanitari, i colpi mortali al sistema di welfare territoriale, i quattro miliardi di finanziamenti europei non spesi, la superficialità nelle azioni su dissesto idrogeologico, cinipide e forestali, la Regione Campania ha sentenziato l’antropologica condanna a subire anche la certezza di Caldoro che nulla debba cambiare, pur di non costringere le lobby cui afferisce la sua amministrazione, a ri-vedere il proprio concetto di “bene comune”, conclude la nota.