di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO – PMI INTERNATIONAL
Nel panorama industriale contemporaneo, emerge un fenomeno di rilievo in risposta alla delocalizzazione: la crescente tendenza alla rilocalizzazione industriale. Le imprese stanno adottando strategie volte al ritorno al “Made in Italy,” riscoprendo i valori e le potenzialità dell’eccellenza italiana.
Questa inversione di tendenza rappresenta un notevole cambiamento, poiché le aziende stanno scegliendo di produrre beni nazionali in Italia anziché in stabilimenti all’estero. Questo ritorno alle origini non solo stimola il mercato del lavoro locale, ma contribuisce anche alla crescita economica e al consolidamento di rapporti duraturi con i fornitori del territorio.
Esempi significativi di questa tendenza includono marchi di prestigio come Furla nel settore della pelletteria, Tonno Asdomar nel comparto alimentare e realtà industriali di rilievo come Fila, Fastweb e Diadora.
Dal punto di vista economico, la rilocalizzazione offre vantaggi concreti alle imprese, ottimizzando la logistica e riducendo i tempi di approvvigionamento per una gestione più efficace delle operazioni.
Questo processo attira consumatori attenti e consapevoli, promuovendo trasparenza e semplificazione burocratica lungo l’intera catena di produzione. Il valore aggiunto del “Made in Italy” diventa cruciale per i consumatori, specialmente nei settori dell’abbigliamento e dell’alimentazione.
Sebbene la delocalizzazione industriale sollevi spesso questioni complesse, influenzando negativamente il tessuto sociale ed economico delle comunità locali, alcune realtà aziendali scelgono di mantenere o ristabilire i loro investimenti in Italia. Questa decisione rafforza l’identità nazionale e contribuisce alla sostenibilità economica e sociale del Paese.
Il governo italiano sta attivamente promuovendo questa tendenza, offrendo incentivi fiscali alle imprese che decidono di rilocalizzare le proprie attività in Italia. Il recente decreto legislativo sulla fiscalità internazionale, approvato definitivamente il 19 dicembre 2023, prevede una riduzione del 50% delle imposte per le aziende rientranti.