“Dal 1° Gennaio 2015 in Campania è cambiato il sistema tariffario per il Trasporto Pubblico Locale (TPL). Dopo quasi vent’anni è stato cancellato il biglietto Unico, gestito dal Consorzio UnicoCampania, un sistema di tariffazione che aveva costituito un fiore all’occhiello per la regione Campania. Una esperienza che veniva presa a modello dall’Europa. Al suo posto è stato introdotto il Ticket Integrato Campania (TIC) con la contemporanea reintroduzione dei cosiddetti biglietti “aziendali”. In effetti si ritorna alla babele che caratterizzava la tariffazione “dell’ognuno per se” di remota memoria. Si tratta di un sistema di bigliettazione che costringerà i cittadini a barcamenarsi in un circuito fatto di oltre 200 biglietti della tipologia aziendale e di oltre 100 di quelli integrati il tutto condito con un ingiustificato aumento del costo del singolo biglietto. Nella nostra realtà irpina il caso più eclatante ed esaustivo della beffa congegnata è l’aumento che si registra sulla tratta Avellino/Napoli, quella più “gettonata”. Fino al 31 dic 2014 il costo del relativo biglietto era di 4,10 euro e permetteva al cittadino di poter utilizzare più mezzi pubblici nell’arco temporale di 180 m. Dall’ 1 gennaio 2015, il ben noto assessore regionale ai trasporti della Campania, Sergio Vetrella, quello che ha cancellato l’Irpinia dalla geografia ferroviaria italiana e demolito il TPL nella nostra regione, ha congegnato questa “involuzione” tariffaria per cui il biglietto Avellino Napoli costerà 4,30 euro, +5% circa, per il solo viaggio di andata o di ritorno con mezzi A.ir e di euro 5 in caso di bigliettazione integrata cioè con l’utilizzo di più mezzi pubblici nell’arco temporale previsto di 190 m. Un aumento in quest’ultimo caso, del 20% circa. Si tratta palesemente di un enorme aumento del tutto ingiustificato su cui sarebbe opportuna una forte opposizione da parte delle istituzioni politiche, associative e sindacali della Campania in quanto l’esempio segnalato si ripropone su quasi tutte le relazioni di viaggio effettuati con mezzi pubblici nella nostra regione. Inoltre la perimetrazione dei bacini tariffari effettuata presenta evidenti incongruenze, vedasi il caso di alcuni comuni della valle del Sabato esclusi dalla cinta tariffaria dell’hinterland avellinese. Si tratta di una politica che marcia completamente in direzione opposta a quella dell’incentivazione dell’uso del mezzo pubblico che unitamente ai tagli operati al TPL in Campania, in particolare in Irpinia e nelle zone interne, ci restituisce il disastro che è stato compiuto in questo settore che tanto incide sulla quotidianità di tante migliaia di persone. Una scelta politica che comporterà inevitabilmente la circolazione di svariate tipologie di biglietti più cari in un sistema fatto di grande confusione dove la mancanza di una corretta informazione e di ramificati canali di vendita determineranno grandi disagi ai cittadini utenti del TPL. Una situazione che favorirà, sicuramente, l’evasione dal pagamento del biglietto e che contribuirà, molto probabilmente, al dilagare del fenomeno della contraffazione dei recapiti di viaggio già oggi abbastanza robusto. Siamo di fronte ad un ritorno al passato che i cittadini campani pagheranno caro e a loro spese, insieme e ovunque come recita la pubblicità dell’A.ir”. Così Pietro Mitrione dell’associazione In Loco Motivi.