Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere. Brilla da lontano orlato d’oro. Le sue cavità come intarsi di corona. Fuori ci sono ragazzi, automobili, musica dagli stereo come negli anni ’90, traffico, nuove generazioni. E’ il 2 ottobre, data alla quale è stato rimandato lo spettacolo di Romeo e Giulietta al quale sto andando. Aveva rischiato di essere rimandato di nuovo, fissato in un’altra giornata di pioggia da osservare attraverso il vetro di finestra, con un caffè e un buon libro. E invece, dopo pranzo, uno squarcio nel cielo. Il Demiurgo è una compagnia teatrale nata a Lauro e in rapida espansione, come l’universo al quale prendiamo parte. Dopo Syfridina, la loro ultima opera sulla storia di Lauro, per la rassegna “La terra di Lauro, lo splendore, il tradimento e il fuoco”, e “Piccolo Giallo Napoletano“, avevo lasciato Il Demiurgo tra la tendostruttura in Via Vittime di Bologna di Lauro e il Teatro Biancardi di Avella. In una manciata di mesi, Il Demiurgo ha compiuto molti passi, ha portato in scena le sue rappresentazioni in luoghi sempre più affascinanti e sempre più di vistoso interesse storico-culturale: la Galleria Borbonica di Napoli, gli appartamenti della Reggia di Caserta, oppure le grotte di Pertosa, affiancando alle loro opere originali (che traevano forza dalla storia di Lauro, ma anche da idee personali) anche adattamenti di classici, come Romeo e Giulietta, Robin Hood, Edgar Allan Poe, Pirandello.
A Santa Maria Capua Vetere l’Anfiteatro Campano fa da sfondo a Shakespeare come se fosse l’Arena di Verona, una cornice decisamente indovinata. Dall’ultima volta che ero stata qui un po’ di cose sono cambiate, dopo un’importante ristrutturazione (in parte ancora in corso) l’anfiteatro è adesso visitabile, al modico prezzo di 2.50€ si ottiene un biglietto comprensivo anche della visita al museo e di altri siti archeologici di Santa Maria. Inoltre all’ingresso sorge un ristorante pizzeria biologico, AmicoBio, che fa anche da bookshop all’anfiteatro. Ripenso ai ristoranti di fronte all’anfiteatro di Nimes o all’integrazione perfetta dell’anfiteatro di Arles in un piccolo centro storico gioiello di Provenza, a quell’alchimia in cui un ingombrante suppellettile romano ritorna ad essere un luogo in cui cenare, ascoltare, leggere, incontrarsi. Se abbiamo qualcosa di bello, ce lo dobbiamo godere. Lo stesso vale per Shakespeare: se abbiamo un dramma, non teniamolo nel cassetto. Se abbiamo una tragedia che ci fa ancora vibrare le corde delle emozioni (perdonatemi la frase melodrammatica, ma ritorno, appunto, da un dramma di Shakespeare) allora riviviamola, mettiamola in scena, facciamo nostre quelle parole, quei sentimenti, quei personaggi.
Io penso che per una giovane compagnia teatrale non ci possa essere cosa più bella di giungere a Shakespeare. Di spogliarsi di storie che sono le nostre, scritte da noi, per vestirci di altre che non ci appartengono, che però per certi versi sono ancora più nostre, perché rappresentano il massimo. E che specialmente, sono così fruibili dal pubblico. Così note, amate, a tutte le età.
Il Demiurgo mette in scena uno spettacolo molto leggero, adatto a tutti, in una cornice straordinariamente suggestiva. Non è l’unica che hanno ritrovato per il loro Shakespeare, dato che al momento il loro adattamento è stato proposto anche in altri luoghi, alla Reggia di Caserta e nel Borgo di Civita di Bagnoregio, nel viterbese. Molti attori della compagnia sono nuovi, ma la maggior parte di loro vanta una formazione teatrale professionale, come Giulietta (Roberta Astuti) o Romeo (Alessandro Balletta), Mercuzio (Andrea Cioffi), che Il Demiurgo ha selezionato con delle audizioni. L’adattamento di Franco Nappi, come già dicevo, è molto leggero, ma allo stesso tempo bizzarro, con punte di humour e su di un palco capace di muoversi e di farlo talvolta insieme al suo pubblico, trascinando gli spettatori nel ballo di una festa, nelle vicende di Montecchi e Capuleti. Anche i combattimenti sono in mezzo a noi e la voce del soprano Ester Esposito ricrea un’atmosfera incantevole fra le persone disposte in cerchio dopo il ballo della festa. Siamo in un prato verde di fronte all’anfiteatro, la notte è piena di stelle. Shakespeare (Daniele Acerra) introduce la storia, e a volte ritorna per non farla sfuggire nella nostra realtà, per ricondurla tra le righe che ha scritto. Giulietta brilla. Hanno tutti splendidi costumi. Questo adattamento di Romeo e Giulietta è un tentativo di fare cultura, di offrire qualcosa di diverso dalla solita passeggiata al Centro Campania in una domenica che inizia piovosa e finisce stellata, rubata all’estate. Un’idea, di questi tempi, decisamente azzeccata.
E specialmente, una delle cose più azzeccate è quello di unire i luoghi alle storie, cosa che Il Demiurgo fa, a volte pescando luoghi blasonati, a volte siti meno noti. Ad esempio i ragazzi del Demiurgo sono stati più di una volta ospiti anche nella Villa d’Ayala a Valva, in provincia di Salerno, tra Laviano e Contursi, e sono abitué dei castelli, avendo curato la direzione artistica delle rievocazioni storiche di Lumina in Castro del 2013 e del 2015 a Lauro, paese di cui la compagnia teatrale porta ancora con sé un buon numero di componenti e di persone di supporto.
Degli attori di domenica, infatti, sono di Lauro: Franco Nappi (Paride, regista e fondatore della compagnia), Daniele Acerra (Shakespeare), delle vicinanze di Lauro è ancora Ferdinando Nappi (padre di Romeo, di Liveri), ma anche Romeo stesso (Alessandro Balletta), studente all’Accademia del Teatro Stabile di Napoli, è in realtà di Cimitile, poco distante dal luogo in cui Il Demiurgo ha origine.
Ora, il prossimo appuntamento è con Ulisse – Il viaggio nell’Ade alle Grotte di Pertosa nel Cilento. Le visite spettacolo in barca sono il 29 e il 30 ottobre, ma si ripetono alla fine di ogni mese. Un’occasione per chi non ha ancora mai visitato le grotte di Pertosa, sicuramente, ma anche per chi è alla ricerca di qualcosa di nuovo.
Valentina Guerriero