“Quando si sente dire che occorre promuovere il rinnovamento della classe dirigente e bisogna “allevare” nuove leve politiche, le parole tradiscono l’orizzonte culturale: quel ricambio che tutti a parole dicono necessario spesso determina la perpetuazione dello status quo, che produce cloni”. Queste le parole rilasciate dalla parlamentare Michela Rostan, durante il suo intervento di chiusura del convegno svolto a Messina dal titolo “Giovani amministratori e vecchi vizi della politica”. “Credo piuttosto che ci sia stata una gravissima responsabilità, di chi ha gestito il delicato passaggio tra le prima e la seconda repubblica in Italia, nel trascurare di trasmettere le migliori esperienze, le idee, i valori degli statisti del passato, impoverendo le successive generazioni di politici ed amministratori, con la logica conseguenza – ha proseguito la deputata LabDem – di aver generato una completa rottura dei rapporti tra i vari livelli istituzionali, abbandonando ogni forma di collaborazione per la risoluzione dei problemi dei cittadini. La scommessa sulla dobbiamo misurarci per consentire un reale cambio di passo all’Italia – ha aggiunto Rostan – è quella di introdurre i principi della responsabilità sociale condivisa, dell’economia circolare, della sostenibilità dei modelli di sviluppo, nel dna dei nuovi amministratori della ‘cosa pubblica’”.