Seconda opera poetica di Angelo Iannelli. Profonda e accorata disamina dei malesseri sociali dei nostri giorni, tenuta assieme dal forte filo delle Fede e della Speranza di Clare Mia Totef “Miei poveri, poveri contadini! Oh, almeno se poteste comprendere, che vostro figlio è il più grande tra i poeti!”. Leggendo il secondo libro di Angelo Iannelli, mi è tornato più volte alla memoria il verso del grande poeta russo Sergej Esenin. Altra epoca ed impossibile un parallelo; eppure le umili origini accomunano i due autori. Umili origini che sono servite da slancio ad entrambi per affermarsi nel mondo della poesia. Un mondo della poesia che ti permette di puntare il faro su tematiche forti, ma di trattarle con la delicatezza e la cura tipiche di chi sa comporre versi. Il senso de “I Colori della Vita”, che sarà presentato il prossimo 14 giugno al Maschio Angioino di Napoli alla presenza di grosse personalità del mondo delle Istituzioni, della Chiesa e della Cultura, si racchiude tutto in tre parole: dolore, Fede, vita. Il dolore dei temi trattati, che vanno dall’anoressia alla malattia mentale, dal bullismo alla droga. Dolore che segna la vita degli uomini e di fronte al quale verrebbe da soccombere. Ma l’arguzia poetica del Iannelli si fa strada grazie ad una profonda Fede, un sentimento di amore verso Dio e di unione verso l’umanità. Il messaggio di Iannelli è chiaro: insieme, senza lasciare indietro i più deboli, si cresce, si vince il dolore e si dà un nuovo senso, forse il vero senso, alla Vita. Messaggio che fa dell’attore bruscianese quell’Ambasciatore del Sorriso capace di unire in un unico abbraccio più culture, grandi e piccoli, dietro la forza di un verso che entra nell’anima per disegnare mondi infiniti senza storture, viaggi, per concludere alla maniera di Esenin, verso mondi senza nome nel profondo del nostro io, dove attingere il vero significato dell’essere uomini.