Kafka e gli altri. Verso Salerno Letteratura 2024”: è stato questo il tema dell’incontro che ha visto protagonisti i direttori della dodicesima edizione del festival che si terrà dal 15 al 22 giugno. Ines Mainieri e Gennaro Carillo, con Paolo Di Paolo in collegamento, hanno illustrato alla platea alcune delle novità che caratterizzano la manifestazione tanto amata dai salernitani e non solo.
“Negli anni il senso di letteratura è andato ampliandosi, fino a includere le diverse forme di ‘racconto’, non necessariamente di finzione: anche la filosofia, la storia, l’economia, la politica raccontano. E i loro racconti possono rivelarsi non meno sorprendenti delle finzioni. Peraltro, almeno da Parmenide in avanti, per non parlare di Platone, la filosofia ha fatto ricorso al mito, alle favole. E non per meri motivi ornamentali – ha spiegato Carillo – L’edizione 2024, la dodicesima, sarà dunque arricchita da una nuova sezione, Il racconto della scienza. Ci sono troppe cose, in cielo e in terra, che pressoché ogni giorno vengono scoperte. E spesso sono meraviglie, magari specie di cui non s’immaginava neppure l’esistenza. O forse la s’immaginava e c’era solo bisogno di farne esperienza. L’idea di fondo è che il senso della bellezza di tutto il vivente, oltre alla consapevolezza della sua precarietà, è il presupposto perché ci si prenda cura di un mondo di cui ci si senta parte. E del cui destino si risponda. Il titolo di quest’anno è Le domande giuste. È mutuato da Kafka, nel centenario della morte. A lui sarà dedicata una sezione, Meridiano K, che si aggiunge a Classica, incentrata su autori e opere immuni dalle contingenze usuranti dell’editoria e del mercato. Meridiano K è giocato su Kafka visto come una linea o un arco immaginario, o anche una luce o un ambiguo demone di mezzogiorno: un meridiano, appunto, suo malgrado un punto di riferimento per provare a orientarsi nel Novecento. Uscendone tuttavia disorientati: perché Kafka resta un enigma, in particolare nelle sue pagine in apparenza più limpide. C’è poi in arrivo un nuovo Meridiano Kafka al quale tributare il dovuto omaggio… Ma Le domande giuste vuol essere anche un titolo provocatorio: dove tutti presumono di avere la risposta giusta, è necessario restituire valore all’atto di dubitare, di interrogare e di interrogarsi”.
E proprio sul tema delle domande è intervenuto Paolo Di Paolo: “Il tentativo sarà quello di far attraversare il festival dalle domande giuste. Siamo partiti da una intuizione di Kafka e, nello specifico da un suo racconto che si intitola Indagine di un cane. C’è un momento in cui il narratore si chiede come, tra le molte domande, si possano tirare fuori quelle giuste. Le domande sono sempre più importanti delle risposte e poi, tirare fuori, tra le tante possibili, le domande giuste, è esattamente il compito di chi fa cultura. Kafka sarà una sentinella interrogativa che ci accompagnerà tra vicoli e piazze nei giorni del festival”.
Tante le novità di questa edizione: la sezione Meridiano K dedicata appunto a Kafka; si consolida la sezione Classica dedicata alle opere intramontabili; ritornano Salerno Filosofia e Sguardi sul mondo attuale; la nuova sezione Il racconto della scienza; il Programma ragazzi, la Scuola di Lettura e la Stanza della scrittura e si rinnova la collaborazione con il Goethe Institut.
Tra gli ospiti di questa edizione: un attore di fama internazionale Roberto Latini, Roberto Esposito, Maurizio Ferraris, Carlo Galli, Goffredo Buccini, Stefano Mazzotti, Maurizio Casiraghi, Eliana Liotta, Walter Siti, le poetesse Ida Travi e Carmen Gallo, Massimo Carlotto, Laura Pugno, Marco Lodoli, Antonio Franchini, Antonio Spadaro.
Ines Mainieri ha poi sottolineato come il 2024 sia un anno difficile, più degli altri. Le stesse amministrazioni pubbliche, che non hanno mai fatto mancare il proprio sostegno generoso, continueranno a farlo, ma sono soggette loro malgrado a vincoli di bilancio molto più stringenti rispetto al passato. L’intero comparto della cultura vive con ansia questa congiuntura, gravata da incognite pesanti e resa ancora più complessa da un contesto socio-economico che non è quello in cui operano le realtà del Nord del Paese.
Accedere alla cultura è una questione di ben-essere, attiene al vivere bene, rende felici. E ci sono costituzioni, quella americana, per esempio, in cui la felicità è un diritto riconosciuto a ognuno.
Quando poi un festival mette a disposizione dei cittadini un progetto dotato di una fisionomia riconoscibile, di un’identità precisa, e lo fa gratuitamente, includendo chiunque sia interessato a partecipare, sta dando un contributo importante alla qualità della vita civile e della democrazia. “È quello che con Salerno Letteratura proviamo a fare, peraltro guardando a un pubblico che ormai non è più solo salernitano o campano. Mantenere la gratuità, tuttavia, esige che il bilancio sia gestito nella maniera più virtuosa possibile. È quello che facciamo, anche grazie alla passione e all’impegno dei tanti volontari, molti dei quali giovanissimi, che ci danno una mano decisiva. Tra i meriti del festival, infine, non può essere trascurato l’apporto significativo che il Festival dà all’economia della città di Salerno. Sono queste le ragioni che, dopo una riflessione anche sofferta, c’inducono a chiedere a chiunque senta un legame di appartenenza a questa comunità un contributo del tutto libero a sostegno del nostro progetto. Lo intenderemmo come una forma di restituzione, magari simbolica, un attestato di stima, un’apertura di credito per le edizioni future. Ma soprattutto come un atto di condivisione. Dunque come un atto politico, nobilmente politico, per la polis”. Per sostenere Salerno Letteratura è possibile collegarsi al sito www.salernoletteratura.com, cliccare sulla sezione “come partecipare” e offrire il proprio libero contributo attraverso una piattaforma messa a disposizione dalla Fondazione di Comunità Salernitana.