di Gianni Amodeo
Dalla riscoperta di Giandomenico Del Giovane da Nola nella musica dei madrigali e delle villanelle alle “Scapigliate” i cui “Canti” trasformavano la Morte in corale narrazione da rappresentare in palcoscenico itinerante quale accorato evento di pubblico dolore.
Inizierà a gennaio del nuovo anno, il corso di Educazione musicale che rientra nel programma Benessere giovani promosso e finanziato dalla Regione–Campania, dando concreta attuazione al progetto primo classificato nella graduatoria di selezione prevista dallo specifico bando.
E’-questa- la pregevole e fulgida gemma che appone il raffinato suggello all’ampio e variegato retaggio sociale che lascia Antonio De Marinis, scomparso la scorsa settimana, all’età di 72 anni. Un retaggio costituito da un ragguardevole patrimonio di iniziative culturali e di spirito umanitario, nelle quali si specchiano la tempra morale e la personalità forte che ne esprimevano compiutamente stile e visione di vita; iniziative,in cui si è riversato senza mai risparmiarsi e con slancio entusiasta a cominciare dagli anni giovanili fino a pochi mesi orsono, profondendo nel loro buon esito tutte le energie mentali e psicologiche, di cui disponeva in larga misura; iniziative che hanno lasciato il segno nella “sua” San Paolo Bel Sito e nell’ area nolana, sia per l’originalità di impostazione che per le finalità sempre rispondenti alle istanze che generano e costruiscono la dimensione del buon vivere civile. E risale agli estrosi e spensierati anni ’60 l’esperienza, di cui fu artefice e promotore, della Band di musica popolare composta da cinque elementi, poco più che ventenni, in tournèe in Francia e in Olanda per far conoscere i Canti della tradizione locale, ispirati dalla vita dei contadini. Era la Band che girava per città e piccoli borghi con il logo “ Proposta popolare”.
In realtà, il corso di Educazione musicale, che a San Paolo Bel Sito accoglierà tanti giovani, è davvero la chiave di sintesi che meglio rappresenta la natura e lo spirito delle esperienze vissute da Antonio De Marinis con caldo entusiasmo e dedizione verso gli altri. E per molti aspetti ricapitola i molteplici interessi che aveva e di cui si nutriva per lo studio e la conoscenza tradizioni comunitarie dell’area nolana, correlate dalla incommensurabile passione per la Musica e la Poesia. Non a caso il progetto culturale, elaborato da Antonio De Marinis, che forma il tessuto tematico di studio, approfondimento e sperimentazione, è ispirato da Giandomenico Del Giovane da Nola, il raffinato poeta e compositore musicale, tra i maggiori protagonisti dell’effervescente e intensa vita culturale della Napoli rinascimentale, a cui si deve la composizione di eleganti e celebri madrigali. Un genio dell’arte musicale e della creazione poetica, Giandomenico Del Giovane da Nola non soltanto per la vasta produzione di eleganti e splendidi madrigali, ma anche per la multiforme produzione delle villanelle sacre e profane,; una produzione che si legge con piacere e alto godimento per il bel verseggiare di limpida fonte petrarchesca, autentico e magnifico omaggio al vivido risuonare della “lingua del dolce Sì”.
Le prefiche , le “Scapigliate” e la Morte
Sono le villanelle che raccontano l’ormai scomparso mondo popolaresco e popolare del lavoro dei campi, ad attirare, in particolare, gli interessi di studio di Antonio De Marinis. E’ l’operazione di scandaglio e rivisitazione di impronta socio-antropologica,, quella che conduce e sviluppa con cura, i cui sviluppi sono affidati a testi e saggi giornalistici pubblicati su periodici locali e su “il cazziblog” in versione cartacea ed elettronica. E proprio nelle villanelle si ritrovano le tracce profonde delle usanze e dei costumi che compongono la trama delle tradizioni musicali e canore dell’ area nolana; una trama, di cui De Marinis diventa acuto e perspicace conoscitore, al punto da intessere importanti e proficui rapporti di scambio culturale con Roberto De Simone, il grande musicologo a cui si deve tanta parte della conoscenza della cultura popolare napoletana. Ed è di considerevole rilevanza il lavoro di ricerca compiuto da Antonio De Marinis nel recuperare e ricomporre gli accorati “Canti” locali che erano intonati, come per un rito di accompagnamento sacrale, dalle “Scapigliate”, le epigoni delle prefiche dell’antico mondo romano. Un’operazione, con cui De Marinis dilata gli orizzonti dell’identità sociale del territorio, ritrovando- e restituendo al nostro tempo che predilige correre veloce sulle onde del web- quelle lente cadenze e quei profili intricati, con cui la Morte nei canti delle prefiche assumeva i caratteri sia dell’enfasi prolungata e, il più delle volte, artefatta, sia della narrazione corale conferendole le peculiarità della rappresentazione in pubblico palcoscenico, quasi a fermare le ore e i giorni. E’ la narrazione, quella delle “Scapigliate” come quella delle loro lontane “antenate”, nella quale alla certezza della Morte quale evento di naturale Necessità e al di là delle mutevoli e variabili modalità d’accadimento nell’avverarsi, corrisponde pur sempre il Caso della Nascita alla Vita, nelle forme e nei contesti più disparati e diversificati di ordine sociale, familiare, economico e geo-politico, che agevolano o condizionano l’umana esistenza.
La disabilità e gli antidoti della cultura, del lavoro, della dedizione agli altri
Nella vicenda esistenziale di Antonio De Marinis uno spazio specifico ed esclusivo è riservato al rapporto con il pianeta della disabilità, che conosceva e viveva direttamente, nel segno delle difficoltà incontrate fin dagli anni della formazione scolastica, specie quando frequentava l’Istituto tecnico commerciale e per geometri “Masullo”, oltre mezzo secolo fa, dovendo percorrere in andata e ritorno la via provinciale San Paolo Bel Sito– Nola, con i caratteristici motoveicoli – carrozza che realizzava la Piaggio, tra i più diffusi mezzi della motorizzazione di massa allora in crescita esponenziale. E l’idea dell’abolizione delle barriere-architettoniche, non apparteneva ancora ad alcuna lontana ombra d’immaginazione … Un itinerario di formazione d’istruzione superiore completato alla meglio da Antonio De Marinis, con quella ben stimata e riconosciuta professionalità con cui si è sempre distinto nella vita lavorativa nei servizi della pubblica amministrazione. Una professionalità tecnica e ragionieristica di sicura affidabilità, accresciuta e fatta lievitare con l’amore per la Musica, la Poesia e la grande passione per la Cultura popolare del territorio in cui era nato. Ed in questa direzione si collocano le esperienze dell’attivazione a San Gennaro Vesuviano e a Tufino delle Case–famiglia, di cui promosse l’istituzione e l’attività, a servizio dei deboli e dei disabili. Una tangibile testimonianza della generosità di Antonio De Marinis. Un quadro, quello tratteggiato, nel quale si colloca anche lo spirito d’osservazione, con cui era solito “vagliare e soppesare” il piccolo mondo politico di San Paolo Bel Sito, spesso smarrito nelle … diatribe sui massimi sistemi, come avviene dappertutto nel Bel Paese con milioni di statisti … da Bar Sport. “Vagliava e soppesava” con arguzia e disincanto uomini e cose, talvolta con ironia amara. Ma sempre per amore di San Paolo Bel Sito.