di Elena Silvestrini
Il coraggio delle donne iraniane e dei loro uomini, che sfidano la violenza della polizia morale per affermare il diritto ad esistere contro la coercizione del potere teocratico-patriarcale, colpisce,attraverso l’impatto mediatico, la sensibilità degli adolescenti e restituisce significato alla parola libertà, troppo spesso abusata e stravolta dalla società del benessere e dell’indolenza civile.
Si alimenta un moto di solidarietà tra adolescenti intorno all’immagine realizzata da Tokyo Oak, pseudonimo della quattordicenne Cristina Igacobellis: un volto di donna, i capelli liberi dall’oppressione del velo, sullo sfondo rosso del sangue e del fuoco della rivoluzione. Un’immagine evocativa della lotta che quotidianamente donne e uomini combattono in Iran e ovunque persistano pregiudizi, forme di oppressione contro le donne, un’immagine che diviene manifesto per la comunità di San Paolo Belsito, su proposta della Commissione Pari Opportunità -costituita da Irene Masucci, Tonia Napolitano, Nello Sabatino, Elena Silvestrini, Valentina Squillante-, dell’Assessorato alle Politiche sociali, dell’I.C.Costantini,nella settimana che precede il 25 novembre, Giornata Internazionale contro la vioglenza sulle donne.
Un atto simbolico e significativo nell’impegno a rafforzare il senso di una cittadinanza capace di agire sul proprio territorio di appartenenza e allo stesso tempo di interagire con le trasformazioni storiche di un mondo interconnesso.Sul valore della solidarietà verso le donne, al di là delle distanze geografiche, dei confini nazionali, sono emersi spunti di riflessione tra alunni e genitori della scuola media di San Paolo Belsito a seguito dell’intervento della presidente delle Pari Opportunità, prof.ssa Elena Silvestrini, durante il Seminario del 23 novembre presso l’I.C. Costantini: alimentare il dialogo, la conoscenza sulla condizione delle donne iraniane significa contribuire ad abbattere il sistema delle dittature, degli abusi che da sempre fanno leva sul silenzio e l’indifferenza, forme pericolose di omertà internazionale che ostacolano il cammino dei diritti umani.
La collaborazione tra le principali istituzioni di San Paolo Beglsito: Scuola, Comune, Commissione Pari Opportunità ha dato vita a percorsi di riflessione-azione sul valore della solidarietà fra sessi, sul significato e l’importanza della relazione intergenerazionale come veicolo di conoscenza del sé e del mondo, culminati nelseminario laboratoriale Le emozioni ritrovate. Dialogo intergenerazionale: io e altre/ii del 23 novembre u.s., che ha visto protagonisti alla pari gli alunni, i genitori,gli insegnanti delle scuole medie di San Paolo Bel Sito, coordinati dalle docenti Rita Muzio e Laura Furino; gli educatori dell’A.C.R, coordinati dalla presidente dell’Azione cattolica, Anna De Martino, il direttivo e il presidente della Pro Loco, Vincenzo Settembre.
Vivere la scuola– ha esordito la DS prof.ssa Nunzia Muto– vuol dire credere in se stesso e nell’altro, alimentare la fiducia nell’alleanza umana a salvaguardia dei diritti di tutti; di seguito il sindaco Raffaele Barone ha parlato ai ragazzi dell’importanza di vedere il mondo con gli occhi delle donne, generatrici di vita, per imparare ad amare la vita nei sui aspetti più autenticie più belli; infine l’assessore alle Politiche sociali, Salvatore Piscitelli, ha ribadito l’impegno dell’amministrazione comunale a potenziare politiche di ascolto e di intervento per corrispondere ai bisogni sociali della comunità.
Alla regia delle attività del seminario la pedagogista, counselor e scrittrice Stefania Guarracino, autrice del libro-intervista “Io sono innocente” ispirato alle storie vere di dieci donne attualmente recluse neipenitenziari di Pozzuoli e di Salerno, vittime del rifiuto genitoriale per il proprio orientamento sessuale o per le loro scelte di vita; il contenuto del libro è stato proposto sotto forma di breve testo teatrale, interpretato dalla stessa Guarracino con grande coinvolgimento emotivo dei presenti. Nella storia raccontata da Stefaniaun frammento di storia di ognuno di noi, dell’incomprensione sofferta da piccoli, della tenacia a resistere.
Attraverso la forza catartica dell’ interpretazione teatrale, le attività di gruppo sull’autostima e il linguaggio emozionale, Stefania Guarracino ha reso partecipi in maniera trasversale adolescenti e adulti, ricordando ai ragazzi l’impegno quotidiano ad amarsi, ad aver fiducia in se stessi, a genitori ed educatori l’importanza di alimentare la relazione con bambini e giovanissimi attraverso il linguaggio dell’amore fatto di fisicità, di accoglienza e tempo dedicato ai propri figli in maniera prioritaria, nella consapevolezza e capacità di restare adulti e quindi noncomplici degli adolescenti.
Non più parologia, afferma la Guarracino, ma la verità di un linguaggio emozionale,sostegnodi una relazione autentica e felice per adulti e ragazzi, nonostante le difficoltà e la complessità del reale, relazione che diviene presupposto fondamentale per riconoscere da grandi i segnali di dipendenza o prevaricazione affettiva e imparare a costruire con l’altra/o relazioni sincere di affetto, di rispetto, di collaborazione e valorizzazione umana.