San Vitaliano comune limitrofo a Nola accusa le pizze cotte nel forno a legna di inquinare troppo. Nell’ultimo rapporto sull’aria presentato da Legambiente è emerso che nel 2015 il piccolo centro ha sforato i limiti di legge delle polveri sottili per ben 114 giorni, ben più di Milano (86 giorni) e di Napoli (59). Ma è evidente che San Vitaliano non ha né le fabbriche né il traffico delle metropoli. Che cosa, allora, provoca livelli di Pm10 oltre la soglia? La risposta non è certa — sul caso è stata anche presentata un’interrogazione parlamentare dal deputato 5 Stelle Salvatore Mucillo, membro della Commissione Ambiente — ma nel dubbio il primo cittadino Antonio Falcone (lista civica) ha deciso di imporre ai pizzaioli e ai panettieri che utilizzano i forni a legna l’adozione di impianti di abbattimento in grado di eliminare almeno l’80% delle polveri sottili. Pena lo spegnimento dei forni. Chi non seguirà subito la norma, insomma, dovrà chiudere. L’ordinanza sarà attiva fino al 31 marzo 2016, poi riprenderà in autunno. I cittadini (e i pizzaioli) stanno protestando: «Non possiamo essere noi la causa dello smog, Napoli ha molte più pizzerie di San Vitaliano e non raggiunge quei livelli di inquinamento. È chiaro che le vere cause non vogliono essere individuate. Intanto questa ordinanza è un errore molto dispendioso per noi». (f. corriere della sera)