Il viaggio della speranza alla rovescia, ovvero dalle regioni del Nord alla Campania. Accade a Torre Annunziata, dove una struttura privata come il CMO in pochi anni è riuscita ad imporsi a livello nazionale per quanto concerne la medicina nucleare e Genomica.
Su oltre un milione di pazienti, infatti, quest’anno il centro ha conosciuto un incremento del 20% per quanto concerne i pazienti provenienti dal Nord Italia, considerato che ad oggi nel 2015 ci sono stati 145.401 accessi di cui 5500 extra campani.
Tantissimi, naturalmente, anche i pazienti provenienti da Lazio e Calabria grazie ai tempi di attesa minimi garantiti dalla struttura campana rispetto alla media nostrana: due o tre giorni contro due o tre mesi, rigorosamente in convenzione e con macchinari all’avanguardia. Il che, peraltro, garantisce alla Regione Campania anche un guadagno insperato visto che spetta poi alle regioni di provenienza dei singoli pazienti pagare a quella campana le rispettive quote per i loro residenti: per una volta, insomma, la sanità privata aiuta le casse di quella pubblica.
Merito anche delle elevate tecnologie di cui si è dotato il centro, non a caso uno dei tre in Italia e l’unico nel Centro – Sud ad utilizzare il Rame a scopo diagnostico: un radio farmaco innovativo, usato sia in diagnostica che in terapia per le sue elevate capacità di raggiungere direttamente la cellula tumorale consentendo quindi risultati di alta precisione.
Proprio i primi dati sull’utilizzo di questa nuova metodica sono stati del resto al centro del convegno ospitato stamane dal CMO, ed al quale ha preso parte anche il luminare viennese Siroos Mirazei, presidente europeo degli specialisti: “Il rame consente risultati mai visti prima soprattutto nel tumore della prostata ed in quello del cervello – ha spiegato Mirazei – ed anche se gli studi sono ancora in una fase embrionale i dati fin qui raccolti sono davvero molto promettenti”.
Quello di Torre Annunziata rappresenta insomma un caso di sanità più che virtuosa in un territorio che cerca di scrollarsi di dosso un’immagine non sempre positiva, come ha sottolineato il sindaco della città vesuviana Giosuè Starita: “Questo convegno – ha detto – rappresenta un momento di assoluto valore per la nostra comunità, in quanto testimonia che Torre Annunziata fa parlare di se anche per fatti positivi e del resto se consideriamo che il tema della sanità riguarda tutti noi molto da vicino è chiaro che poter vantare un’eccellenza in loco aiuta la crescita complessiva della città”.
E di crescita senz’altro si può parlare, visto che al 31 ottobre 2015 la campagna di prevenzione attuata dal CMO e coordinata dalla dottoressa Imma Ricciardelli ha toccato 12 branche specialistiche con 8951 visite per 7058 pazienti di cui il 5% di tutte le donne di oltre 30 anni residenti nel distretti (Torre Annunziata, Trecase, Boscoreale, Boscotrecase). In senologia, ad esempio, sono stati studiati ben 4539 casi.
“In termini qualitativi – ha sottolineato Luigi Marulo – il dato si traduce in un forte contributo che la struttura continua a profondere sul territorio, aumentando la sensibilità alla prevenzione dei tumori e quindi ad una migliore qualità della vita. Pur non essendo l’ASL, abbiamo fin da subito avvertito questa forte richiesta da parte del territorio, e ci siamo messi all’opera per rispondere”.