Il deputato e facilitatore regionale M5S: “Opportunità sprecata di impiegare decine di padri di famiglia e giovani in lavori utili per la collettività”
“Prima di lanciare ridicoli strali contro la mia forza politica, l’attuale candidato alla successione del primo cittadino uscente, Raffaele Barone, consigli al suo sindaco, che ha già nominato impropriamente il suo futuro “capo”, di dare attuazione alla fase 2 del Reddito di cittadinanza e di restituire dignità a chi, a San Paolo Bel Sito, il Movimento 5 Stelle ha tolto da uno stato di povertà. Secondo il Decreto del Ministro del Lavoro 22 ottobre 2019, il beneficiario di Rdc è tenuto a offrire, nell’ambito del Patto per il lavoro e del Patto per l’inclusione sociale, la propria disponibilità per la partecipazione a progetti utili alla collettività (Puc), da svolgere presso il medesimo comune di residenza. Ma non è chiara la ragione per cui Cafarelli non abbia mai dato mandato al Servizio sociale comunale di avviare percorsi per i percettori di reddito di San Paolo. Un’opportunità sprecata, che avrebbe restituito dignità a padri di famiglia usciti dal mercato del lavoro e a giovani che potrebbero cominciare un percorso di inserimento occupazionale”. Lo dichiara il deputato del Movimento 5 Stelle e responsabile regionale per i rapporti interni Luigi Iovino, che ha scritto una lettera al sindaco Cafarelli invitandolo a dare attuazione ai Progetti utili alla collettività (Puc) previsti dal patto per il lavoro stipulato dai beneficiari di Reddito di cittadinanza.
“Oltre che promettere ruoli apicali al sindaco definitivamente in uscita e suo principale sponsor politico – prosegue Iovino – Barone la smettesse di chiedere conto di scelte e manovre politiche a livello nazionale, ma faccia lo stesso con chi fino a oggi ha contribuito alla paralisi amministrativa del mio comune. Le critiche, quando sono costruttive, sono sempre bene accette, ma le sue, oltre ad essere gratuite, danno la misura della linea politica che da anni viene portata avanti. Una politica che punta sempre il dito contro l’avversario, ma non si muove mai nella direzione di una crescita concreta e fattiva della comunità. Ne è prova la mancata attuazione dell’applicazione della disciplina del Reddito di Cittadinanza”.