«No ma va tutto ok». Sono le prime parole che pronuncia Arisa quando Luciana Littizzetto annuncia che è lei la vincitrice, con Controvento, di questa 64esima edizione del Festival di Sanremo. E le torna in un corpo da donna la voce bambina: «Ringrazio tutti. Non vi meravigliate, io non mi scompongo». È calma, all’apparenza: «Mi agito quando devo cantare». Cresciuta, ma non troppo: «Quest’anno mi ero detta: “Voglio vincere. E se vinco che faccio? Piango? Rido? Sbatto i piedi?». Cresciuta, per quel che vale: «Inutile fare la corsa e scansare il traguardo, se si corre il traguardo si taglia». Proprio da questo palco, quello dell’Ariston, era partita nel 2009 con gli occhialoni, scompigliata e perduta, cantando Sincerità. Nel mezzo è tornata ancora due volte (divertendo nel 2010 con Malamorenò, arrivando seconda nel 2012 con La notte): «Questa è però la mia prima da Big». Fa differenza. «Controvento è una canzone pop, immediata. Forse era giusto trionfasse. Ero patita con la voglia che passasse “Lentamente”, ma io non la perdo, la porto con me nell’album». Dietro di sé, lascia Renzo Rubino, con Ora, e Raphael Gualazzi, con Liberi o no.