Durante la mattinata dell’11 giugno ci sono state tensioni tra la polizia giudiziaria e gli agenti della Polizia Penitenziaria all’esterno e all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Il motivo di tale agitazione è riconducibile alle modalità con le quali sono stati notificati i 44 avvisi di garanzia ai poliziotti coinvolti in un’indagine su presunti pestaggi avvenuti in un istituto carcerario nel casertano, lo scorso 6 aprile, durante una rivolta. La notifica, infatti, è avvenuta all’esterno del carcere davanti anche agli occhi dei parenti dei detenuti che erano in coda per i colloqui.
“La scelta di notificare questi avvisi di garanzia in una maniera così plateale e pubblica è alquanto discutibile.
Chi ha sbagliato ed ha fatto abuso di potere è giusto che paghi e che sconti eventualmente la condanna, su questo non si discute, ma è la modalità della notifica che è stata sbagliata, in questo modo si fa passare il messaggio che i poliziotti sono i cattivi mentre i detenuti sono i buoni. Ricordiamo che gli agenti sono intervenuti per sedare una pericolosa rivolta che ha creato ingenti danni, in questi casi l’uso della forza è d’obbligo per ripristinare l’ordine, se poi qualche agente è andato oltre i limiti del proprio ruolo allora è giusto che paghi ma senza che venga attaccata l’intera categoria.
In questo momento si stanno lanciando strani segnali, i poliziotti che vengono messi alla gogna pubblica, i camorristi che invece vengono scarcerati, sembra che l’ordine delle cose sia stato sovvertito, invece bisogna avere ben chiaro in menta una sola cosa: dobbiamo difendere e sostenere la legalità e le istituzioni ed attaccare la criminalità.”- sono state le parole del Consigliere Borrelli.