L’amministrazione comunale di Sant’Angelo dei Lombardi guidata dal sindaco Rosanna Repole consegna le chiavi della Città a Paolo Maddalena, giudice emerito della Corte Costituzionale, in occasione del consiglio comunale convocato per mercoledì 6 aprile alle ore 10.00 presso il Centro di Comunità di Piazza Nobile. Un riconoscimento che arriva in ragione dei meriti, l’impegno, la carriera di alto profilo, e il profondo legame con Sant’Angelo, che spesso lo ha portato a prendere parte alle occasioni convegnistiche presso l’ex tribunale.
Discendente dell’illustre Arcangelo Sepe, Paolo Maddalena ha coltivato la passione per il diritto e le istituzioni, e in particolare si è occupato molto delle tematiche inerenti i beni comuni, come testimonia non solo la pubblicazione di un saggio, quanto il lavoro svolto presso l’Università degli Studi della Tuscia a Viterbo, dove è stato titolare della cattedra Jean Monnet di “Diritto della Comunità Europea per il patrimonio culturale ed ambientale”. Agli esordi della sua carriera nasce come romanista, assistente di Antonio Guarino a Napoli, per poi entrare nella Magistratura Contabile. Nel 2002 è stato alla Corte Costituzionale, sezione Corte dei Conti, e nel 2010 è stato nominato vice presidente, fino ad ottenere la carica di presidente nel 2011, seppur per un periodo limitato.
Le tematiche ambientali sono state al centro dei suoi studi sin dall’ingresso in magistratura, che gli hanno consentito di applicare nelle istruttorie una nuova configurazione della responsabilità amministrativa e la tesi della risarcibilità del danno pubblico ambientale. Tra l’altro ha fatto parte del gruppo Ecologia e Territorio istituito presso la Corte suprema di cassazione, è stato Capo di gabinetto presso il Ministero della pubblica istruzione e Capo ufficio legislativo presso il Ministero dell’ambiente. Il 1° aprile 2014 è stato nominato esperto a titolo gratuito dal Sindaco di Messina Renato Accorinti, nel quadro del Laboratorio Messina per i beni comuni e le istituzioni partecipate. Di qui, la pubblicazione di un saggio nel 2015, “Il territorio bene comune degli italiani. Proprietà collettiva, proprietà privata e interesse pubblico”, edito da Donzelli, che racchiude compiutamente analisi e proposte espresse dal giurista.
La tesi espressa è che la crisi ambientale e quella economico-finanziaria derivino entrambe da una distorta visione delle leggi degli uomini: il diritto collettivo al territorio e la funzione del credito. Il saggio ci conduce in una appassionata analisi dei problemi e delle possibili soluzioni: pone al centro dell’attenzione, la tematica dell’utilità sociale del territorio, e la necessità di adempiere all’obbligo di tutela dell’ambiente come base per lo sviluppo già anticipato dalla Carta Costituzionale. “Ad ogni cittadino spetta il compito di mobilitarsi a difesa di quel bene collettivo che è il territorio di cui, piaccia o no, dobbiamo rivendicare, come cittadini, un solido e legittimo diritto di proprietà” cita il testo.
Una scelta non casuale dunque, quella dell’amministrazione Repole di promuovere un momento di riflessione con l’illustre cittadino santangiolese su tematiche di stretta attualità a cui l’Irpinia e più in generale, l’Italia intera è chiamata a confrontarsi. Alla vigilia del referendum sulle trivellazioni in mare e alla luce della necessità politica di riaffermare il principio dell’acqua come bene comune, l’assise cittadina intende incidere in un’attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, offrire occasioni di confronto fra gli addetti ai lavori, e favorire momenti di riflessione per la comunità.