Lo scorso 30 marzo il “De Sanctis” ha conseguito un lodevole risultato, partecipando al Certamen Magna Grecia organizzato dal Liceo Galluppi di Catanzaro. Il concorso prevedeva due sezioni, una di stampo tradizionale dove giovani studenti si sfidavano nelle virtuose capacità di traduzione, l’altra più innovativa dove gli studenti proponevano prodotti multimediali che affrontassero il tema scelto per il concorso “Migranti”, in chiave letteraria e storica.
La classe IV A dell’indirizzo classico del De Sanctis ha partecipato con un cortometraggio girato presso Rocca San Felice. Il lavoro è stato condotto attraverso varie fasi in armoniosa collaborazione con gli studenti e la competenza tecnica dell’assistente tecnico Gerardo Notaro. La prima fase di lavoro è stata quella della lettura in traduzione della tragedia “Supplici” di Eschilo, prescelta in quanto è tra i testi più significativi del teatro antico che rifletta il tema dei popoli migranti. Quindi è stata operata una scelta di passi più importanti e su questi è stata costruita la sceneggiatura. Quindi sono seguite le riprese, per la localizzazione delle stesse si è voluto privilegiare un luogo simbolo della storia altirpina, ma anche della purezza ambientale del territorio, cioè il borgo medievale di Rocca San Felice. Infine abbiamo lavorato sul montaggio, sulle musiche e sul doppiaggio audio delle parti recitate.
Credo che oltre al successo esterno il vero risultato entusiasmante possa ritenersi quell’armonia di competenze che tale operazione è riuscita a conciliare, attivando entusiasmo e partecipazione diffusa tra tutti gli studenti. “L’esperienza offertaci dal liceo Galluppi di Catanzaro – riferiscono gli studenti vincitori- si è rivelata un’ulteriore possibilità per ammirare l’antico con occhi diversi, nuovi, ma soprattutto permeati di curiositas. Forte è stato lo stupore della scoperta di un legame intrinseco fra antico e moderno, che, soprattutto oggigiorno, appare irriducibile e stabile. L’esperienza si è rivelata congeniale ad attingere valori fondamentali dalla tradizione classica, ma anche ad analizzare i dubbi di disarmante attualità nella società contingente. Nelle Supplici il poeta Eschilo offre un manto alla polis ateniese: la xenìa è un diritto che deve essere concesso, senza distinzione di razza, sesso e condizione sociale. Echi di questo tema giungono con un’attualità disarmante al giorno d’oggi: l’antico è radice viva, a cui lo sguardo dell’uomo moderno deve rivolgersi nei momenti di maggiore crisi. Noi abbiamo tentato di esibire l’ethos marmoreo del teatro eschileo sovrapponendolo alla metamorfica e verdeggiante Irpinia, pensando ad una riscoperta di luoghi e ideali intramontabili, fra presente e passato”
Prof.ssa Maria Marandino