a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 13 giugno la chiesa festeggia Sant’Antonio da Padova (a secolo Fernando Martins de Bulhões), religioso portoghese dell’Ordine dei Frati Minori, a 15 anni decise di entrare a far parte dei Canonici Regolari della Santa Croce di Coimbra dove fu ordinato sacerdote, anni dopo assistette alle esequie di cinque missionari francescani (Berardo, Ottone, Pietro, Accursio, Adiuto) uccisi in Marocco dai maomettani, colpito da questi eventi decise di entrare nell’ordine francescano e di partire missionario per l’Africa, nel 1220 passò ai frati minori con il nome di Antonio, poco dopo s’imbarca con un confratello alla volta del Marocco, giunto in Africa, contrasse una malattia tropicale e dopo alcuni mesi i due frati si imbarcarono diretti verso la Spagna, ma la nave naufragò sulle coste della Sicilia, di là ripresero il cammino verso Assisi dove san Francesco teneva il secondo Capitolo Generale ricordato come il Capitolo delle Stuoie; apprezzato per la sua umiltà e la profonda spiritualità, Antonio fu assegno all’eremo non lontano da Forlì, qui vi rimase un anno dedicandosi ad una vita semplice, a lavori umili, alla preghiera e alla penitenza, ma si rivelò ben presto come straordinario oratore; viaggiò molto per annunziare la Parola di Dio finché non si stabilì a Padova, Francesco lo nominò primo maestro di teologia per i frati minori, ma al giovane frate non rimaneva molto tempo morì all’età di 35 anni.
13 giugno: san Gerardo di Clairvaux, religioso francese fratello di san Bernardo di Chiaravalle, che gli affidò la cura del monastero, l’amministrazione e l’organizzazione della comunità, sebbene analfabeta, fu dotato di grande acutezza di ingegno e capacità di discernimento spirituale, prima di divenire monaco, fu un cavaliere: quando si ritrovò ferito gravemente nell’assedio di Grancy e prigioniero per un lungo periodo poté allora riflettere su quale fosse realmente la sua vocazione, una volta rilasciato decise allora di entrare a Citeaux per farsi monaco sotto la guida del fratello Bernardo, morì quando non aveva ancora cinquant’anni e il fratello Bernardo tenne un’orazione di elogio, disse di lui: «Non fu grande soltanto nelle grandi circostanze, ma fu nelle piccole che egli si rivelò grande»