a cura di don Riccardo Pecchia
Si celebra oggi 20 giugno San Giovanni da Matera, Giovanni Scalcione nacque a Matera da una ricca e nobile famiglia profondamente cristiana, abbandonò da ragazzo la casa paterna in cerca di un contatto più stretto con Dio e secondo la tradizione scambiò i suoi abiti lussuosi con quelli di un mendicante e poi partì per Taranto, desiderava vivere una vita semplice e quindi accettò di badare alle pecore dei monaci basiliani dell’Isola di San Pietro, girovagò per Calabria, Sicilia, Puglia e si diresse sui monti dell’Irpinia, dove incontrò san Guglielmo da Vercelli, ma i due però si separarono presto. Peregrinò ancora tra Bari ed il Gargano e fondò nell’Abbazia di Pulsano, nei pressi di Monte Sant’Angelo, la Congregazione degli Eremiti Pulsanesi detta anche degli Scalzi, ordine monastico autonomo che si rifaceva alla regola di San Benedetto rendendola ancora più severa, dopo dieci anni di conduzione e dopo aver guadagnato la stima del re Ruggero II e del papa Innocenzo II morì nel monastero di Foggia e lì sepolto.
20 giugno: San Silverio, 58º vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica; figlio di Celio Orsmida da Frosinone e di donna Maria Galeria, avellana, nato in Avella il 20 giugno 478; l’imperatrice Teodora, che parteggiava per i monofisiti (secondo la quale la natura umana di Gesù era assorbita da quella divina e in lui era presente solo la natura divina), avesse cercato di favorire l’elezione del diacono romano Vigilio, che aveva fornito garanzie sulla questione monofisita, mentre Silverio acquistò la carica pontificia da Teodato, re degli Ostrogoti, generando malumore tra gli ecclesiastici a causa del basso rango che occupava tra le gerarchie del clero prima dell’elezione; era infatti la prima volta che un suddiacono veniva eletto papa, Silverio fu consacrato vescovo, dopo giunse l’approvazione scritta di tutti i presbiteri di Roma alla sua elevazione al Soglio Pontificio; il pontificato di Silverio si svolse in un periodo di disordini, ed egli stesso cadde vittima degli intrighi della Corte bizantina; le vicende del suo pontificato sono infatti strettamente legate alle vicende politico-militari del momento, l’imperatrice Teodora combatteva la sua battaglia personale contro Silverio, cercando di convincerlo ad ammorbidire le sue posizioni anti-monofisite, il papa non si dimostrò disponibile ad alcun accomodamento in tal senso, e Teodora decise di agire servendosi del diacono Vigilio, uomo di pochi scrupoli, era propenso ad assecondare i piani dell’imperatrice, che si era impegnata a metterlo sul trono papale al posto di Silverio. Silverio fu accusato di essersi messo in rapporto con i Goti che assediavano Roma, fu deposto ed esiliato a Ponza, dove l’infelice papa, strettamente custodito da incaricati di Vigilio, morì di stenti (secondo alcune fonti; altre sembrano insinuare che Silverio sia stato ucciso) il 2 dicembre 537 dopo avere, sembra, volontariamente rinunciato alla sua dignità; Silverio fu probabilmente vittima di basse ambizioni e della lotta fra Goti e Bizantini.