a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 26 giugno la Chiesa celebra i Santi Giovanni e Paolo, probabilmente erano fratelli ed erano personaggi molto in vista nella Roma dell’epoca: erano funzionari del palazzo di Costanza, figlia dell’imperatore Costantino; dopo la morte di Costanza, i due, non sarebbero stati bendisposti nei confronti del nuovo imperatore Giuliano, deciso a restaurare il culto pagano, cercò di convincerli ad abiurare la loro fede cristiana nella speranza che per la loro notorietà molti seguissero l’esempio dei due; di fronte al loro rifiuto e al loro perseverare nella loro fede, li fece decapitare e seppellire segretamente nel sottoscala della loro casa situata sul Celio.
26 giugno: san Josemaría Escrivá de Balaguer, sacerdote spagnolo e fondatore dell’Opus Dei; secondogenito di sei figli, i genitori impartirono una vivida educazione cristiana ai loro figli, la loro vita fu costellata da una serie di disgrazie: a due anni Josemaría fu sul punto di morire a causa di un’infezione, tre delle sue sorelle morirono una dopo l’altra e il fallimento della ditta di stoffe del padre; un mattino d’inverno scorge sulla neve ancora immacolata delle impronte di piedi, le ha lasciate padre José Miguel del vicino convento dei carmelitani scalzi, Josemarìa resta molto colpito dall’episodio tanto che si sente particolarmente chiamato a essere generoso con Dio; inizia a pregare intensamente e alla fine prende una decisione: diverrà sacerdote; nel frattempo impartisce lezioni private e si laurea in Legge, si trasferisce a Madrid con il permesso del vescovo per ottenere il Dottorato in Diritto Civile nell’Università della capitale. Continua a pregare e il Signore lo ricambia illuminandolo sulla fondazione dell’Opus Dei, finalizzata a promuovere fra persone di ogni ceto sociale la ricerca della santità e l’esercizio dell’apostolato attraverso la “santificazione” del lavoro, Josemaría si trasferisce a Roma, nella Città eterna scorge la sede più appropriata per un’istituzione che dovrà giungere in ogni angolo del mondo, muore improvvisamente nella sua stanza di lavoro all’età di 73 anni.
26 giugno: beato Andrea Giacinto Longhin, religioso padovano dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e vescovo di Treviso; nato da una famiglia di umili contadini, il padre inizialmente, per non privarsi delle sue braccia nel lavoro dei campi, si oppose alla vocazione religiosa del figlio, ma dovette cedere alla sua inflessibile volontà e così Giacinto a 16 anni iniziò il noviziato nell’Ordine dei Frati Cappuccini, a soli 23 anni fu ordinato sacerdote e per anni svolse l’attività di insegnante e direttore spirituale dei giovani religiosi; Pio X era papa solo da alcuni mesi, quando personalmente nominò fra Andrea Vescovo di Treviso e volle che fosse consacrato a Roma nella chiesa della Santissima Trinità dei Monti dal cardinale Rafael Merry del Val; al termine di una visita pastorale perse improvvisamente la vista, ricoverato d’urgenza all’ospedale di Treviso gli fu riscontrata una deficienza di circolazione cerebrale a causa di una paralisi, percorse il suo calvario per nove mesi, finché si spense lentamente fino al momento della morte, la fama di santità, che lo aveva accompagnato già in vita, per l’eroica carità e per la saggezza pastorale, con la sua morte si rafforzò e si diffuse rapidamente.