a cura di don Riccardo Pecchia
28 giugno: san Paolo I, 93º Papa della Chiesa cattolica; romano di nascita appartenente ad una nobile e ricca famiglia; rimasto orfano in tenera età, fu educato presso il Laterano e ordinato sacerdote da papa Zaccaria, la sua elezione al soglio pontificio avvenne dopo la morte del fratello maggiore Stefano II, uomo mite e misericordioso, si aggirava di notte in silenzio per le celle dei poveri infermi, servendo loro degli alimenti; difensore della retta fede, scrisse agli imperatori Costantino e Leone, perché le sacre immagini fossero restituite alla primitiva venerazione; devoto cultore dei santi, trasferì tra inni e cantici i corpi dei martiri dai cimiteri in rovina in basiliche e monasteri all’interno della Città e ne curò il culto; Paolo morì, per una febbre maligna (forse malaria), nella Basilica di San Paolo fuori le mura dove si era rifugiato per sfuggire alla calura eccessiva.
28 giugno: sant’Ireneo di Lione, nato a Smirne (oggi Izmir, in Turchia), cresciuto in una famiglia già cristiana, ricevette alla scuola di Policarpo, vescovo di Smirne, di Papia, di Melitone di Sardi e di altri, una buona formazione religiosa, filosofica e teologica, fu eletto vescovo della città di Lugdunum (attuale Lione), fu un grande pastore: dotato di una buona cultura teologica e scritturistica, si diede alla predicazione e alla evangelizzazione, inviò anche missionari in altre parti della Gallia, ma il suo merito maggiore è stato quello di aver messo per iscritto quello che predicava, i suoi insegnamenti confluirono in quella che rimane, ancora oggi, la sua opera famosa: Contro le eresie (Adversus haereses).
28 giugno: santa Vincenza Gerosa (al secolo Caterina), cofondatrice insieme a Bartolomea Capitanio dell’Istituto delle suore della carità, dette di Maria Bambina; nasce in una famiglia facoltosa, bergamasca, dedita al commercio delle pelli, cresciuta in un contesto cristiano, coltiva con entusiasmo la sua vita di fede, rivelando una grande passione per il Crocifisso da cui attinge forza e serenità per affrontare le contraddizioni e le prove familiari; pian piano vede la sua famiglia assottigliarsi sempre più finché rimane sola con una zia, divenuta erede di un vistoso patrimonio, spalanca la sua casa alle ragazze bisognose di assistenza, alle mamme che non sanno come sfamare i figli, agli indigenti che sono certi di trovare un posto a tavola; ad un certo punto nella sua vita irrompe la giovane 17enne Bartolomea Capitanio, appena uscita dall’educandato delle Clarisse, fresca di studi e con audaci programmi di carità cristiana. Frequenta l’oratorio che Caterina ha avviato nella sua casa e con lei si occupa dei malati dell’ospedale, aperto in un edificio donato dagli stessi Gerosa; la giovane riesce a convincere Caterina a fondare un Istituto, con l’obiettivo di assistere i malati, istruire gratuitamente le giovani, costruire orfanotrofi e assistere la gioventù, così le due donne danno vita all’Istituto, dopo la celebrazione della Messa si recano al Conventino e qui, davanti all’altare della Madonna, promettono a Dio di dedicarsi interamente al sostegno dei poveri per amore di Gesù; Bartolomea muore a 26 anni, sul letto di morte lei e Vincenza hanno il coraggio e la fede di firmare l’atto di fondazione dell’Istituto delle Suore di Maria Bambina da consegnare alle autorità ecclesiastiche, Vincenza, si sente vecchia e vorrebbe lasciare tutto, ma rimane, incoraggiata dai sacerdoti e da tante giovani che non si rassegnano a vedere chiuso il Conventino; suor Vincenza muore mentre stringeva sul cuore il Crocifisso e diceva “lasciatemi andare”.
28 giugno: beato Paolo Giustiniani (al secolo Tommaso), nato a Venezia dalla nobile famiglia dei Giustiniani, fece gli studi giuridici e filosofici nella prestigiosa Università di Padova, nel frattempo andava maturando un desiderio di vita solitaria e un forte interesse per la dimensione religiosa, che lo condusse ad approfondire i testi scritturali e patristici, per approfondire tutto questo decide di abbandonare sia Padova che Venezia, dopo aver bruciato molte carte in cui era contenuta la sua vita mondana e sensuale di un tempo, si imbarca per la Terra Santa, rientrato poi in patria trova la solitudine, almeno in un primo momento, in Toscana nell’Eremo di Camaldoli dove entrò seguendo la sua vocazione, in quel Natale il giovane nobile Tommaso riceve la tonsura e indossa il candido abito dei camaldolesi e diviene fra Paolo eremita. Ordinato sacerdote era riconosciuto dai confratelli come un’autorevole guida spirituale; assunse diverse cariche istituzionali: presiedette i capitoli, fu eletto maggiore, portò a termine la ricompilazione delle Regulae Camaldulenses, il beato cominciò a meditare la possibilità di abbandonare l’eremo, cosa che fece e divenne il fondatore di una nuova realtà eremitica: gli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona; tutto preso nell’organizzare questa nuova forma di vita di cui scriverà la Regola, il beato morirà tra le braccia di un confratello sul Monte Soratte, vicino Roma, dove si era recato per una nuova fondazione eremitica.