a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 14 luglio la chiesa festeggia San Camillo de Lellis, fondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi (camilliani); nacque da una famiglia appartenente alla piccola aristocrazia abruzzese: alla nascita, gli venne imposto il nome della madre, che lo aveva partorito a quasi 60 anni di età e che morì quando Camillo aveva 13 anni; il padre, Giovanni, era un ufficiale al servizio della Spagna; giovane pigro e rissoso, il padre decise di avviarlo alla carriera militare, ma un’ulcera al piede lo costrinse ad abbandonare la compagnia, allora per farsi curare si recò a Roma, nell’Ospedale di San Giacomo degli Incurabili, dopo la guarigione venne assunto come inserviente presso l’ospedale, ma l’esperienza fu breve: per la sua scarsa propensione al lavoro, venne allontanato, morto il padre tornò a dedicarsi alle armi, come soldato di ventura, ma presto tornò a condurre una vita dissoluta, iniziò a vagabondare per l’Italia, fino a quando non venne assunto dai Cappuccini di Manfredonia, questi lo mandarono per una commissione presso il vicino convento di San Giovanni Rotondo e un giorno di ritorno a Manfredonia, nella “Valle dell’inferno” avvenne la sua conversione: decise di abbracciare la vita religiosa e di diventare un frate cappuccino a Trivento, ma l’antica piaga al piede tornò a dargli la sua vocazione all’assistenza dei malati e insieme con i primi cinque compagni che, seguendo il suo esempio, si erano consacrati alla cura degli infermi, decise di dare vita all’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, ebbero il permesso ad ognuno di portare l’abito nero come i Chierici Regolari, ma con il privilegio di una croce di panno rosso sul petto, come espressione della Redenzione operata dal dono del Preziosissimo Sangue di Cristo; intanto sotto la guida spirituale di san Filippo Neri, riprese gli studi e fu ordinato sacerdote, gravemente malato continuò ad assistere i malati fino alla morte avvenuta il 14 luglio 1614; patrono dei malati, degli infermieri e degli ospedali.
14 luglio: san Francesco Solano, Francesco Sánchez Solano Ximénez nacque a Montilla, in Spagna, i suoi genitori erano di nobili origini, all’età di 20 anni Francesco entrò a far parte dell’Ordine dei Frati Minori Osservanti a Montilla, alle austerità della regola aggiunse altre penitenze: digiuno quasi continuo e flagellazioni, portava il cilicio e dormiva sopra la paglia con un pezzo di legno per guanciale, dopo la sua ordinazione fu inviato dai suoi superiori al convento di Arifazza come guida dei seminaristi, a 40 anni lasciò la Spagna alla volta del Nuovo Mondo e, approdato a Panamá, attraversò l’istmo e si imbarcò sul battello che doveva condurlo in Perù, la sua missione durò più di vent’anni nei quali si distinse nell’evangelizzazione delle regioni del Tucumán e del Paraguay, il suo successo gli valse l’appellativo di Taumaturgo del Nuovo Mondo, senza trascurare i suoi obblighi e le opere apostoliche, il santo condusse in questo luogo benedetto una vita di raccoglimento e preghiera; lì si intensificarono e divennero sempre più frequenti le sue estasi e rapimenti d’amore per Gesù e la Santissima Vergine; alla notizia della sua morte, il 14 luglio 1610, il popolo accorse in massa al convento, e fu necessario cambiare quattro volte l’abito che lo rivestiva, poiché le persone, non accontentandosi di baciargli le mani e i piedi, gli strappavano pezzi di vestito per conservarlo come reliquia.