a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi lunedì 18 luglio si festeggia san Federico di Utrecht, nacque alla fine dell’VIII secolo ed era di origine anglosassone, non è chiaro se in Inghilterra o in Frisia, fu ordinato prete della diocesi di Utrecht e fu incaricato dell’educazione dei catecumeni, eletto poi vescovo di Utrecht dopo la morte di Ricfredo e si occupò del completamento dell’evangelizzazione dei Frisi (nativi delle zone costiere dei Paesi Bassi e della Germania), si può considerare l’evangelizzatore dell’Olanda, e, una caratteristica di Federico era il non farsi nessuno scrupolo di chiamare le cose con il loro nome, e, se necessario, di combatterle a viso aperto. In Frisia fece tutto il possibile per bandire la pratica dei matrimoni incestuosi, grazie all’appoggio dell’imperatore Lotario, che l’invasione Vichinga aveva diffuso, e che creava situazioni per noi inimmaginabili, come ragazzine che si ritrovavano sposate a zii, o il figlio maggiore che, morto il padre, prendeva in moglie la matrigna, ma la sua voce scomoda non risparmiò nessuno; nemmeno lo stesso imperatore Lodovico il Pio, notoriamente di “pio” aveva solo il soprannome, questi aveva sposato Giuditta di Baviera nonostante la prima moglie Ermengarda di Hesbaye fosse ancora viva; il vescovo di Utrecht, nonostante dovesse proprio a Ludovico la sua cattedra, non ebbe esitazione a denunciare pubblicamente l’ingiustizia subita da Ermengarda e questa gli costò la vita: fu assassinato mentre celebrava la messa dai sicari dell’imperatrice Giuditta di Baviera (seconda moglie di Ludovico) di cui aveva pubblicamente condannato i costumi.
Oggi 18 luglio è santa Sinforosa e i sette figli, moglie di san Getulio, aveva 7 figli che si chiamavano: Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio; ci tramanda la Passio che sulla via Tiburtina, al IX miglio (oggi km. 17,450) viveva una donna chiamata Sinforosa con i suoi 7 figli, la donna viveva nei pressi della villa dell’imperatore Adriano, colui che aveva ordinato la morte del marito Getulio. L’imperatore Adriano dopo aver ultimato la sua villa, si dice che volesse, prima di inaugurarla con rito pagano, consultare gli dei i quali gli dissero: «la vedova Sinforosa e i suoi sette figli ci straziano ogni giorno, perciò, se costei coi suoi figli sacrificherà, noi promettiamo di soddisfarti in tutto quello che domandi». Adriano allora, chiamò il prefetto Licinio e ordinò che Sinforosa fosse arrestata insieme ai suoi figli e condotta al tempio di Ercole, poi con lusinghe, con minacce e con ricatti cercò di farla desistere e sacrificare agli idoli, ma la santa con animo nobile si appellò all’esempio di Getulio e degli altri compagni di martirio del marito. Visto che la donna non si piegava ai suoi voleri, l’imperatore le rinnovò la proposta di sacrificarsi insieme ai suoi figli agli dei pagani, oppure sarebbero stati sacrificati essi stessi, ma la santa fu irremovibile, come pure lo furono i suoi sette figli, allora l’imperatore, visto vano ogni tentativo, ordinò che fosse torturata a sangue, poi le fece legare al collo un masso e la fece precipitare nel fiume, il giorno dopo, Adriano fece piantare sette pali intorno al tempio d’Ercole Vincitore (in Tivoli) e su essi fece stendere i figli di Sinforosa che fece poi massacrare