a cura di don Riccardo Pecchia.
Oggi 19 luglio il calendario festeggia sant’Arsenio il Grande, nacque a Roma da una nobile famiglia, fu allievo di san Girolamo e, per l’immensa conoscenza, soprattutto del greco, fu consigliato da papa Damaso, che lo aveva ordinato diacono della Chiesa di Roma, all’imperatore Teodosio I come precettore per i suoi due figli, Arcadio ed Onorio e si recò a Costantinopoli, qui rimase per undici anni, ma quando in seguito a una profonda crisi spirituale ottenne l’esonero da quell’incarico per ritirarsi nel deserto egiziano. Chiese a Dio una sicura via per giungere alla salvezza e una voce misteriosa gli rispose: «Fuggi gli uomini», il quarantenne Arsenio seguì alla lettera il consiglio: sbarcato ad Alessandria d’Egitto, raggiunse la comunità degli anacoreti di Scete, in pieno deserto, qui trascorreva notti intere in preghiera, meditazione e lettura delle Sacre Scritture: una preghiera fatta più di lacrime che di parole, poiché egli ebbe da Dio il “dono delle lacrime”; spesso ero costretto a spostarsi a causa delle folle che volevano incontrare Arsenio, così visse lontano dalla tranquilla Scete e morì santamente a Troe presso Menfi.
19 luglio: san Bernoldo di Utrecht, dalle scarne notizie che abbiamo della sua vita sappiamo che era un funzionario di rango della corte imperiale di Corrado II ed è indicato nei documenti anche come Bernulfo, nacque in data imprecisata alla fine del X secolo, l’imperatore lo fece vescovo di Utrecht ed egli si giovò del suo appoggio per estendere le proprietà della diocesi, cosa che continuò col successore di Corrado, Enrico III, con cui Bernoldo vantava un’amicizia personale. Nel 1042 l’imperatore si recò in visita a Utrecht e incrementò le donazioni. Altre Bernoldo ne ottenne due anni dopo, quando accompagnò l’imperatore in una campagna militare contro i magiari, ma l’accresciuto potere territoriale di Bernoldo provocò il risentimento dei signori di Lorena, che si allearono con i sassoni e i danesi per attaccarlo, l’imperatore, che era a Roma dal papa san Leone IX, tornò indietro e riuscì a sconfiggere la lega, poi, per sicurezza, convocò ad Aix-la-Chapelle un concilio che, presieduto dal papa, confermò le proprietà e i privilegi della diocesi di Utrecht. Bernoldo ricambiò appoggiando l’imperatore in una disputa con l’abbazia benedettina di Amersfoot, anche se si trattò di rinunciare ai suoi diritti episcopali sulla stessa. Il vescovo di Utrecht promosse potentemente la riforma cluniacense nei monasteri della sua diocesi e si giovò dello stretto rapporto con l’imperatore per diminuire tutti i diritti che i vari signori laici accampavano sulle più disparate entità ecclesiastiche, cosa che molto giovò alla libertà della Chiesa nelle terre di lingua tedesca, il vescovo olandese durante il suo episcopato si interessò a liberare le chiese e i monasteri dal giogo dei potenti, fondò molte chiese, morì nel 1054, dal 1917 è venerato anche come patrono degli artisti olandesi.