a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 1 agosto la chiesa cattolica celebra sant’Alfonso Maria de’ Liguori, nato a Marianella (Napoli), primo di otto figli, il padre Giuseppe, era un nobile cavaliere del seggio di Portanova, nonché ufficiale superiore della marina militare, lo affidò, sin da piccolo, a precettori di rango, tra cui il pittore Francesco Solimena che gli insegnò i rudimenti della sua arte in cui, negli anni a venire, Alfonso diede prova di abilità, a soli 12 anni s’iscrisse all’Università di Napoli e, quattro anni dopo, nel 1713 conseguì il dottorato (diritto civile e canonico dopo aver sostenuto un esame col grande filosofo e storico Giambattista Vico), cominciando ad esercitare la professione di avvocato già all’età di 16 anni. Frequentava la Confraternita dei dottori presso la chiesa dei Girolamini dei filippini e si assunse il compito di visitare i malati del più grande ospedale di Napoli. Una dura sconfitta nella sua carriera professionale di legale fece maturare la sua ferma decisione di consacrarsi a Dio che vide l’opposizione del padre che lo voleva sposo di una lontana parente, fu ordinato sacerdote all’età di 30 anni e, come risultato di un compromesso con il padre, sempre contrario alla sua scelta, non poté entrare nella Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, divenendo sacerdote diocesano con residenza nella casa paterna; all’età di 36 anni, lasciò definitivamente Napoli ritirandosi a Scala (Salerno) dove fondò la Congregazione del Santissimo Redentore. Negli anni successivi alla fondazione della congregazione, Alfonso si dedicò alla stesura di numerose opere ascetiche, dogmatiche, morali ed apologetiche, tra cui la Theologia morali e La pratica del confessore. Fu anche compositore di molte canzoni in italiano e in napoletano, tra cui il celebre canto natalizio Tu scendi dalle stelle, scritto e musicato durante una sua missione a Nola. Papa Clemente XIII ordinò al fondatore dei redentoristi, contro la sua volontà e già afflitto da gravi problemi di salute, di accettare l’incarico di vescovo della diocesi di Sant’Agata de’ Goti. Alfonso obbedì e, nei 13 anni che seguirono, fu per la sua diocesi un pastore provvido, poté rinunciare all’incarico solo a 69 anni per prepararsi serenamente alla morte, morì a Nocera dei Pagani quasi novantunenne; patrono dei confessori e moralisti.
1 agosto: san Pietro Favre, nacque da un’umile famiglia contadina di Villaret (Francia), all’età di dodici anni fece voto di castità, grazie all’interessamento uno zio, certosino, venne inviato a Parigi per studiare filosofia alla Sorbona: nel collegio di San Barnaba ebbe come compagni di stanza Francesco Saverio ed Ignazio di Loyola. Ottenuto il grado di baccelliere (laurea in legge), ritornò in patria e partecipò ad un mese di esercizi spirituali sotto la direzione di sant’Ignazio e dopo la pia pratica si decise a seguirlo, venne ordinato sacerdote: fu tra i sei seguaci di Ignazio che il 15 agosto 1534, nella chiesa di Montmartre, fecero il celebre voto di Montmartre, cioè di vivere in povertà e di andare a Gerusalemme, promettendo di mettersi a disposizione del papa. Nel 1536 si presentarono, con l’aggiunta di altri tre confratelli al papa Paolo III, rimandando il viaggio in Terra Santa causa la guerra fra Venezia ed i Turchi, ricevendo vari incarichi; Pietro insegnò teologia alla “Sapienza” di Roma, poi si trasferì a Parma dove stette un anno prima di iniziare il suo apostolato itinerante come gesuita, in tutta Europa specialmente in Germania e la Penisola Iberica, dappertutto propagò la Compagnia di Gesù, predicò, diede gli esercizi, visitò monasteri, conquistò san Pietro Canisio al nuovo Ordine. Fu chiamato a partecipare al Concilio di Trento e intraprese il viaggio nonostante le cattive condizioni di salute, raggiunse Roma il 17 luglio 1546, ammalatosi morì in questa città il 1 agosto 1547.