Oggi 1 ottobre la chiesa ricorda santa Teresa di Gesù Bambino (al secolo Thérèse Françoise Marie Martin), nacque ad Alençon (Francia) il 2 gennaio 1873, suo padre Louis Martin, esercitava il mestiere di orologiaio, la madre Marie-Azélie Guérin Martin era una sarta esperta, ebbero nove figlie, dei quali quattro morirono in tenera età e le altre cinque, divennero religiose. Cresce in una famiglia di cattolici ferventi che assistono ogni mattina alla messa, rispettano rigorosamente il digiuno e pregano rispettando i ritmi dell’anno liturgico. Inoltre i Martin praticano la carità e accolgono all’occasione dei vagabondi alla loro tavola, visitano i malati e gli anziani. Tuttavia nonostante le tragedie nella famiglia Martin regna una solida fede che le acconsente di scorgere in ogni avvenimento la presenza di Dio. Appena nata Teresa conosce la sofferenza: a soli quindici giorni rischia di morire per un’enterite acuta. A due mesi Teresa supera una crisi però la madre è tuttavia costretta, su parere del medico, a separarsi dalla figlia e affidarla a una nutrice amica. All’età di 4 anni Teresa perde la mamma, minata da un cancro al seno, tuttavia le sorelle fanno del loro meglio per crescere la piccola Teresa, nello stesso periodo si trasferiscono a Lisieux. Ha 9 anni quando sua sorella Paolina, la sua «piccola mamma», entra al Carmelo della città, verso il mese di dicembre 1882, la salute di Teresa si degrada stranamente: è presa continuamente da emicranie, dolori ai fianchi. Mangia poco, dorme male, appaiono delle pustole. Nessuno sa diagnosticare la malattia. Teresa, familiari e amici pregano moltissimo. Il 13 maggio 1883, quando ormai sembrava inevitabile la morte. Teresa vede la Vergine sorridente e immediatamente guarisce. La guarigione improvvisa e quel sorriso materno di Maria la rendono ancora più determinata a realizzare il sogno da sempre nutrito ossia consacrarsi totalmente a Dio. Successivamente anche la primogenita Maria entra nel Carmelo. A 14 anni, Teresa annuncia al padre l’intenzione di entrare al Carmelo. A 15 anni, il 9 aprile 1888, varca il cancello della clausura, dopo aver ottenuto, considerata la sua giovane età, un permesso particolare da papa Leone XIII, che incontrò il 20 novembre 1887 a Roma. Da carmelitana assunse il nome di “Teresa del Bambin Gesù”, aggiungendovi in seguito “del Volto Santo”. Nel 1893 fu nominata vice-maestra delle novizie, in aiuto a madre Maria Gonzaga. Nel 1894, dopo una lunga malattia mentale, il padre Louis morì. Questo fatto le procurò un terribile dolore. Nell’aprile del 1896 la monaca contrasse la tubercolosi, malattia che nel giro di 18 mesi la portò alla morte. In questo periodo Teresa subì una crisi profonda della fede: meditò di abbandonare il monastero e si sentiva spinta all’ateismo e al materialismo. Questi mesi sono stati dalla religiosa definiti come “notte della fede”. Durante la quaresima del 1896, Teresa segue rigorosamente gli esercizi e i digiuni. Nella notte tra il Giovedì santo e il Venerdì santo è vittima di una prima emottisi. Con la primavera, i vomiti, i forti dolori al petto e gli sputi di sangue divengono quotidiani e la sua salute cagionevole, di Teresa, non resisterà a lungo al rigore della regola carmelitana, morirà di tubercolosi, vivendo giorno per giorno le sue sofferenze in perfetta unione a Gesù Cristo morto in croce, per la salvezza degli uomini. Morì il 30 settembre 1897, a 24 anni; patrona dei missionari e assieme a santa Giovanna d’Arco e patrona di Francia.
1 ottobre: san Bavone di Gand, nacque a Haspengau (Belgio) nel 590 circa, da una nobile famiglia il cui nome originario era Allowin. Secondo la leggenda era figlio di Pipino di Landen. Dopo la morte della giovane moglie, figlia del conte Adilone e madre di Adeltraut (Adeltrudis), futura badessa dell’Abbazia di Maubeuge, Bavone colpito dalla disgrazia, interruppe la sua vita dissoluta e cadde in preda ad una crisi morale, che fu il punto di partenza della sua conversione. Si recò da sant’Amando, allora missionario presso i pagani che ancora abitavano nella zona di Gand, e dietro suo consiglio, donò ai poveri le sue terre di Hesbaye, dove era nato e si ritirò nel monastero di Gand come religioso, monastero appena fondato da sant’Amando, che in seguito si chiamerà San Bavone di Gand, unendosi all’attività del fondatore. Divenne discepolo del santo missionario e lo seguì nelle sue peregrinazioni apostoliche nelle Fiandre; dopo un pò rientrò a Gand, dove si rinchiuse in una cella fatta costruire nel cavo di un grosso albero, e qui condusse una vita eremitica ed ascetica per alcuni anni, ma le privazioni e i sacrifici lo indebolirono rapidamente portandolo alla morte. Morì il 1 ottobre 659 circa; patrono dei falconieri.
1 ottobre: Venerabile Maria Carmelina Leone,nacque a Palermo l’11 luglio 1923, da una modesta famiglia. Già dai primi anni della sua vita ella mostra una spiccata predilezione per gli atti di pietà, per la compassione verso i più poveri e per tutti i riti religiosi. All’età di 7 anni, nella chiesa di Casa Professa, Maria Carmelina riceve Gesù Eucaristico, quel Gesù che lei ama, che tanto adora, ora lo stringe nel suo cuore. Nel 1935, a 12 anni, Maria Carmelina riceve dal suo direttore spirituale padre Giacalone, il mandato di insegnante di catechismo nella chiesa di Casa Professa, e nello stesso anno fece voto di castità. Insomma, c’erano in lei tutte le condizioni per avviarsi ad una vita d’apostolato. Maria Carmelina, era di poche arole, ma quelle che diceva erano confortanti, era rispettosa, gentile, modesta evasiva, sempre con l’abito votivo della Madonna. Nella sua breve vita si dedicò alla studio, all’arte del ricamo, Maria Carmelina mostra presto un grande desiderio di intensa vita interiore. La sua vita fatta di cose semplici, è molto breve. Ha solo una cultura elementare, ma è brava nel ricamo e nel suo mestiere di sarta. Si distingue per un grande amore per le bellezze della natura e per un vivissimo desiderio di confortare il prossimo, specialmente le persone più emarginate, e di far conoscere il Signore attraverso gli incontri formativi di Azione Cattolica e dell’insegnamento del catechismo, a cui si dedica con impegno e abilità superiori alla sua età. All’improvviso si ammala e viene ricoverata all’Ospedale Ingrassia, dove i medici le diagnosticano una forma grave di T.B.C. (tubercolosi). Ella abbracciò la sofferenza, con grande atto d’amore per il suo sposo Gesù. Inizia così il suo calvario, qui mostra tutta la sua spiritualità legata alla conformità al Cristo crocifisso, qui regalava un sorriso e un aiuto a tutti, è sempre pronta a rendersi utile alle altre degenti, conducendole spesso in cappella per adorare il Santissimo Sacramento. Anche ai medici che erano lì per curarla, che non si spiegano la sua gioia interiore nell’asprezza del dolore. Le sue condizioni migliorano e il 12 novembre del 1939 viene dimessa dal Sanatorio ed al suo rientro in famiglia, Carmelina riprende le sue giornate abituali, si iscrive al corso di taglio e cucito promosso dalla Singer, però mai distogliendo gli occhi dalla Croce e dal suo Gesù. Il 22 luglio 1940, per grave ricaduta, Maria Carmelina dovette tornare in Ospedale; Carmelina soffriva e con lei anche i suoi genitori e la febbre non la lasciò più. La malattia progrediva ogni giorno, cosi sotto insistenza di Carmelina, i genitori il 17 settembre la portarono su una carrozza a casa. Intanto al suo capezzale accorse il suo direttore spirituale, con il quale si confessa e chiede la Sacra Unzione. Le sue ultime parole dette al suo direttore spirituale, furono quelli di un ardente desiderio di essere sposa di Gesù per l’eternità. Furono chiamati parenti ed amici, ai quelli ella disse: «Chiamatemi quando sarò lassù nei vostri bisogni, ed io sarò presente e pregherò per voi!». Morì il 1 ottobre 1940, a 17 anni.