a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 11 luglio si festeggia san Benedetto da Norcia, fondatore dell’ordine dei Benedettini; nacque sui monti umbri, nel paesino di Norcia, a 12 anni fu mandato con la sorella a Roma a compiere i suoi studi, ma sconvolto dalla vita dissoluta della città abbandonò gli studi e si ritirò nella solitudine presso Eufide (l’attuale Affile), poi si rifugio in una caverna nella valle dell’Aniene, nei pressi di Subiaco, dove condusse per tre anni una vita di penitenza e solitudine assoluta, conclusa l’esperienza eremitica, accettò di fare da guida ad altri monaci in un ritiro cenobitico presso Vicovaro, ma, dopo che alcuni monaci tentarono di ucciderlo con una coppa di vino avvelenato, tornò nella sua caverna a Subiaco. Qui rimase per quasi trenta anni, predicando la “Parola del Signore” ed accogliendo discepoli sempre più numerosi, fino a creare una vasta comunità di dodici monasteri, ognuno con dodici monaci ed un proprio abate, tutti sotto la sua guida spirituale; a seguito di un altro tentativo di avvelenamento con un pane avvelenato, Benedetto decise di abbandonare Subiaco per salvare i propri monaci, si diresse verso Cassino dove, sopra un’altura, fondò il monastero di Montecassino, edificato sopra i resti di templi pagani, qui scrisse la sua «Regula Benedicti», che divenne la magna charta di tutti i monasteri benedettini dell’Occidente; Benedetto morì il 21 marzo 547 dopo 6 giorni di febbre fortissima e quaranta giorni dopo la scomparsa della sorella Scolastica, con la quale ebbe comune sepoltura. Secondo la leggenda devozionale spirò in piedi, sostenuto dai suoi discepoli, dopo aver ricevuto la comunione e con le braccia sollevate in preghiera, mentre li benediceva e li incoraggiava.
11 luglio: santa Olga, figlia di un nobile variago (mercenario) della casata Izborsk, Olga nacque in un villaggio presso il fiume Velika a pochi chilometri da Pskov, sposò il principe Igor, divenuto nove anni dopo Gran Principe di Kiev, rimase vedova a seguito dell’assassinio del marito, ad opera dei Drevljani, ed ella con un temperamento retto ma violento, vendicò con fermezza l’assassinio, mandando a morte molti capi nemici e imponendo ai superstiti tributi e tasse di ogni genere; divenne reggente del principato di Kiev, per il figlio Svjatoslav di tre anni, governò con saggezza politica, amata dal popolo che le riconosceva il merito di essere giusta e misericordiosa, ma anche inflessibile, educò rettamente il figlio, anche se non ebbe la gioia di saperlo cristiano, lei si convertì al cristianesimo assumendo il nome Elena, si dedicò in opere caritatevoli verso i più indigente del suo popolo, Olga pregava giorno e notte per la conversione del figlio e per il bene dei sudditi, al termine della reggenza, secondo le leggi di allora, si ritirò nei suoi possedimenti privati, dove continuò nella sua opera di apostolato e missionaria, costruì alcune chiese fra cui quella in legno di S. Sofia a Kiev, visse piamente e morì a circa 80 anni.