a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 12 gennaio la chiesa celebra sant’Aelredo di Rielvaux, nacque a Hexham (Inghilterra) nel 1109 o 1110, da nobile famiglia. Trascorse la sua giovinezza come paggio alla corte del re David I di Scozia, dove divenne compagno di studi e di giochi di Enrico, figlio del sovrano, dando meraviglioso esempio di pazienza e di carità. Durante una missione, nel 1135, compiuta a Rievaulx (Yorkshire) per incarico del re, entrò, nonostante i consigli contrari degli amici, in quel monastero cistercense, allora in pieno fiore e il secondo per importanza in Inghilterra, fondato nel 1131 dal nobile signore Walter Espec sotto gli auspici di san Bernardo. Ne era allora abate Guglielmo, discepolo di san Bernardo. Aelredo fece grandi progressi nella pietà, facendosi ammirare specialmente per la carità pura e sincera verso i suoi confratelli. Come egli stesso scrisse nel suo libro De spirituali amicitia, molto gli giovò l’esempio e la conversazione del confratello Simone, morto nel 1142 in concetto di santità nello stesso monastero. Maestro dei novizi nel 1141, l’anno seguente Aelredo fu inviato quale primo abate con dodici compagni a Revesby (Lincolnshire), monastero appena fondato dal conte William e dipendente da Rievaulx. Nel 1146 fu promosso abate di quest’ultimo monastero, che allora era già in piena prosperità contando trecento monaci. L’abate di Rievaulx era capo di tutti gli abati cistercensi in Inghilterra, carica che costrinse spesso il santo a intraprendere lunghi viaggi per visitare i monasteri dell’Ordine nell’isola. Pare che grande fosse la sua influenza anche nella vita civile di quel paese, specialmente sul re Enrico II nei primi anni del suo regno. Sollecitato ad accettare l’episcopato, al quale diverse volte era stato designato anche per l’interessamento del re David e di suo figlio Enrico, Aelredo costantemente rifiutò per amore della vita religiosa. Partecipò in Francia al Capitolo generale del suo Ordine, assistette il 13 ottobre 1163 al trasferimento delle reliquie di san Edoardo il Confessore nell’abbazia di Westminster e nel 1164 partì in missione per convertire i Pitti del Galloway, dove il 20 marzo di quell’anno a Kirkcudbright lo stesso capo di quei barbari, mosso dall’esortazione del santo, entrò in monastero. Affranto dalle malattie (gotta e calcoli), che lo avevano afflitto negli ultimi dieci anni, morì il 12 gennaio 1166 o 1167 in concetto di santità e fu sepolto a Rievaulx.
12 gennaio: sant’Antonio Maria Pucci (al secolo Eustacchio Pucci), nacque a Poggiole di Vernio (Prato) il 16 aprile 1819, da poveri contadini. Dopo un’adolescenza trascorsa nello studio e nella preghiera, entrò a soli 18 anni nell’Ordine dei Servi di Maria (serviti), animato da una viva devozione verso la Madre di Dio, presso la basilica della Santissima Annunziata di Firenze, dove cambiò il nome in Antonio Maria. Nel 1843 venne ordinato sacerdote e inviato poco dopo come parroco nella recente parrocchia di Sant’Andrea a Viareggio, affidata appunto ai Servi di Maria. Seguì questa parrocchia per ben 48 anni, fino alla morte. Non abbandonò mai lo studio e nel 1850 conseguì il titolo di maestro in Sacra Teologia. Nel contempo fu anche priore del convento di Viareggio e per sette anni Superiore della Provincia Toscana dei Servi di Maria, in un periodo di ostilità nei confronti dei religiosi a causa delle leggi emanate contro gli Ordini e gli Istituti di vita comune. In questi uffici, memore delle parole di sant’Agostino, preferì di essere amato più che temuto dai fratelli, ritenendosi felice non di esercitare il potere, ma di servire nella carità. Fu un punto di riferimento per i suoi fedeli, aiutandoli con zelo e partecipazione, tanto da meritarsi il nomignolo vezzeggiativo del curatino. Furono sue virtù caratteristiche l’umiltà dell’animo, la riservatezza nel parlare, l’abituale contatto con Dio, l’amore alla povertà. In nulla risparmiò se stesso per condurre tutti a Cristo: conosceva ad una ad una le sue pecorelle, le seguì sempre con paterno amore, offrendo loro la parola di Dio, sostenendole con i suoi consigli e insegnamenti. La sua carità per i bisognosi non conosceva limiti. Anticipò in un certo senso l’Azione Cattolica istituendo varie associazioni per le diverse categorie dei suoi parrocchiani: per i giovani La Compagnia di San Luigi e la Congregazione della Dottrina Cristiana; per gli adulti riorganizzò la già esistente Alma Compagnia di Maria Santissima Addolorata, mentre per le donne creò la Congregazione delle Madri Cristiane. Nel 1853 fu il fondatore inoltre dell’istituzione per l’educazione delle fanciulle delle Suore Mantellate Serve di Maria e dette vita al primo ospizio marino per i bambini poveri malati. Privatosi in pieno inverno del suo mantello per donarlo a un povero soccorso per strada, in una notte di tempesta, fu colpito da polmonite. Morì il 12 gennaio 1892.