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Oggi 16 giugno la chiesa festeggia santi Giulitta e Quirico, Quirico era un bambino di pochi anni. La madre Giulitta era una vedova, di facoltosa famiglia e di elevato lignaggio, viveva ad Iconio, città della Licaonia (oggi in Turchia), per fuggire alla persecuzione di Diocleziano, nel 303. Essendosi convertita al cristianesimo e temendo per sé e per il figlio, lasciò i suoi averi e la sua città, fuggendo con due ancelle e con il figlioletto Quirico di tre anni, e si rifugia insieme con la famiglia a Tarso nell’Asia minore. Essendo una nobildonna è riconosciuta e portata davanti al tribunale, della Cilicia, dal proconsole Alessandro che tenta in tutti i modi di farla apostatare, affinché accettasse, secondo la prassi, di sacrificare agli dei. Giulitta resiste e subisce percosse e maltrattamenti, ma non rinnegò la sua fede. A
presiedere il giudizio era lo stesso governatore Alessandro che teneva sulle ginocchia il piccolo Quirico, che a quella vista piange. Alessandro vuole calmarlo e servirsene per costringere la madre a rinnegare la sua fede. Il bambino, che ha solo tre anni, confessa di essere cristiano e si ribella al proconsole colpendolo con calci e graffiandolo. Alessandro adirato, preso il bambino per un piede, scagliò il piccolo sui gradini del tribunale, facendogli battere la testa e uccidendolo sul colpo. La madre Giulitta, pur impietrita dal dolore, restò ferma nella fede ed anzi rese grazie a Dio perché il figlio l’aveva preceduta nella gloria dei Paradiso, e lo prega di accettare anche lei fra le “vergini prudenti”. Il governatore Alessandro, pieno d’ira, la consegnò allora al boia perché fosse decapitata. Il giorno seguente i corpi della madre e del figlio vengono riconosciuti da due ancelle che li nascondono in luogo sicuro.
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