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a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 19 dicembre la chiesa festeggia sant’Anastasio I, 39º papa della Chiesa cattolica; romano di nascita, della nobile famiglia De Massimi, Anastasio (che in greco significa “risorto”) fu papa succedendo a san Silicio. Un pontificato breve, il suo, ma particolarmente attivo. Edificò a Roma la basilica Crescenziana (oggi in San Sisto Vecchio); inoltre, combatté con energia il donatismo, un movimento che si era sviluppato nelle province settentrionali dell’Africa in seguito alla deposizione del vescovo Ceciliano legittimamente eletto, nonché l’arianesimo e residui di manicheismo presenti a Roma. Riviveva in lui lo spirito dei difensori della Chiesa contro le eresie e per l’affermazione dei diritti del patriarcato occidentale nell’Illirico. Ma Anastasio è conosciuto specialmente per la controversia origenista: si tratta di un indirizzo
della teologia cristiana antica, soprattutto monastica, che si rifaceva ad alcuni motivi della dottrina di Origene, interpretati da alcuni discepoli del famoso teologo greco con venature neoplatoniche e gnostiche, inclini ad affermare la necessità e l’eternità del cosmo e delle anime, il carattere negativo della materia come conseguenza del peccato, ecc. Nel 399 gli amici di san Girolamo si adoperarono per ottenere da lui una formale condanna dell’origenismo ed egli fu particolarmente severo con san Rufino di Aquileia, che aveva tradotto un’opera di Origene, il Periarchon (De Principiis), contenente proposizioni giudicate blasfeme. Su questa dottrina scrisse parecchie lettere a vescovi occidentali e alle chiese orientali. Fu in ottimi rapporti con san Paolino, vescovo di Nola, convocandolo a Roma per prendere parte alla festa anniversaria della propria consacrazione, festa cui i pontefici solevano invitare solamente i vescovi, ma per Paolino (non ancora tale) si fece un’eccezione. Morì il 19 dicembre 401.
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