Oggi 23 ottobre si celebra san Giovanni da Capestrano, nacque a Capestrano (L’Aquila) il 24 giugno 1386. Figlio di un barone tedesco e di una giovane dama abruzzese. Intorno al 1405-06 era a Perugia dove, dopo essere stato accolto nel collegio della Sapienza, l’importante istituzione voluta dal cardinale Niccolò Capocci per accogliere studenti di modeste condizioni economiche, seguì i corsi di diritto civile presso il locale Studium, dove si laureò. Divenuto uno stimato giurista, fu nominato governatore della città, ma per dissensi tra la città e il Malatesta fu imprigionato. Giovanni, nel corso della prigionia tentò di evadere senza successo dalla cella in cui era rinchiuso, ebbe nel corso della reclusione due visioni di san Francesco che lo invitava a una totale e improvvisa conversione di vita. Liberato dietro riscatto, fece ritorno a Perugia e fu accolto presso la comunità osservante del convento francescano di Monteripido. Il totale mutamento nell’esistenza lo condusse ad annullare il matrimonio contratto in precedenza, ma mai consumato, con una giovane di Capestrano. Nel 1416 abbandonò la vita pubblica ed entrò nell’Ordine dei Frati Minori Osservanti e nel corso del 1417 e con tutta probabilità iniziò a predicare. Fu ordinato sacerdote nel 1425. La sua predicazione era volta al rinnovamento dei costumi cristiani e a combattere l’eresia. Papa Martino V lo incaricò dell’ufficio di inquisitore, fu estremamente zelante nei suoi tentativi di convertire eretici, ebrei e ortodossi greco orientali in Transilvania. Nel 1456 fu incaricato dal Papa, insieme ad alcuni altri frati, di predicare la Crociata contro l’Impero Ottomano che aveva invaso la penisola balcanica. Percorrendo l’Europa orientale, Giovanni riuscì a raccogliere decine di migliaia di volontari, alla cui testa partecipò all’assedio di Belgrado nel luglio di quell’anno. L’esercito turco fu messo in fuga e lo stesso sultano Maometto II venne ferito. Lo sforzo di quest’ultima missione, nella quale si riassumono in modo emblematico le ragioni stesse della sua vita, fu fatale a Giovanni ormai anziano e provato dagli stenti vissuti soprattutto negli ultimi anni. Rimasto per qualche tempo ancora a Belgrado, da dove informò personalmente papa Callisto III della vittoria, Giovanni riparò in seguito nel convento francescano di Ilok (Croazia) dove, accudito con affetto dalla comunità di frati. Morì il 23 ottobre 1456; patrono dei cappellani militari.
23 ottobre: san Severino Boezio (Anicius Manlius Torquatus Severinus Boethius), nacque a Roma nel 480 d.C., della nobile famiglia degli Anici. Presto s’occupò di studi, fu questore e patrizio, nel 510 fu console sotto Odoacre; nel 522 magister officiorum. Divenne senatore a 25 anni e console unico nel 510. Sposò Rusticiana, diventando così genero dell’imperatore Simmaco e cognato delle sante Proba e Galla; ebbe due figli che diventeranno consoli a loro volta nel 522. Collaborò con Teodorico contribuendo a propagare tra i goti il pensiero romano e la fede cristiana, ma poi la sua integrità lo pose contro lo stesso, Teodorico, che lo condannò ingiustamente e fu rinchiuso in prigione presso Pavia, dove compose il suo scritto più celebre, la De consolatio philosophiae (La consolazione della filosofia). Il prefetto Eusebio lo rinchiuse nel battistero della vecchia cattedrale in Agro Calventiano. Fu quello il luogo del martirio. Qui fu condannato a morte dal re Teodorico nel 524 d.C.