Oggi 15 ottobre la chiesa celebra santa Teresa di Gesù, nacque ad Avila (Spagna) il 28 marzo 1515, da una famiglia della nobiltà castiglionese. Da ragazza le piaceva leggere le vite dei santi. Ad accompagnarla in questo piacere c’era il fratello Rodrigo, che aveva poca differenza d’età dalla sorella. I due insieme ammiravano il coraggio e l’eroismo dei santi nella lotta per la gloria eterna. Un mattino del 1522, desiderosi di incontrare Dio i due piccoli fuggirono di casa: volevano andare in una imprecisata “terra dei mori” a cercare il martirio e la santità, in modo da farsi uccidere per la fede e così poter entrare in quella “vita eterna” che tanto li affascinava. I due bambini furono ritrovati e riportati a casa, ma i due non dimenticarono il loro ideale: decisero di vivere come eremiti, così pensarono a costruire le loro celle nel giardino di casa e di viverci in solitudine. Nel 1527 Teresa, aveva 12 anni, perdette la mamma: per la ragazzina fu un colpo duro da superare e nella disperazione, si consacrò alla Vergine Maria. A 15 anni, il padre l’affidò alle monache agostiniane di Avila perché si occupassero della sua educazione. All’età di 20 anni, 2 novembre 1535, fuggì di casa e si presentò al monastero carmelitano dell’Incarnazione. Non molto tempo dopo la professione, si ammalò gravemente e fece ritorno a casa per le cure necessarie. Dopo aver trascorso tre anni, Teresa riprese la salute e tornò al Carmelo, e nel 1539, di fronte a un’immagine del Cristo sofferente, ebbe un’estasi, che la Teresa chiamò “conversione definitiva”. A causa di queste manifestazioni, nel monastero venne a crearsi una crescente opposizione nei suoi confronti. Attorno al 1560, Teresa aveva ormai 45 anni, una nuova pagina della sua vita stava per essere voltata: fu spinta dal suo Sposo divino a riformare l’Ordine delle Carmelitane. Era necessario pregare e far pregare per la Chiesa che stava attraversando un periodo di grandi prove e Teresa volle operare qualcosa che si opponesse alla Riforma Protestante che feriva il cuore della Chiesa. L’Ordine Carmelitano seguiva allora osservanze moderate, così ella concepì, attraverso contrasti e sofferenze, quella Riforma del proprio Ordine che diede origine ai Carmelitani Scalzi. Viveva in un monastero dove erano radunate quasi 200 monache; i problemi pratici, economici, disciplinari non mancavano. Tuttavia le balenò il proposito di un piccolo, povero convento, con poche suore (12 come il collegio degli apostoli). Il 24 agosto 1562 fondò in Avila il suo primo monastero, dedicato a San Giuseppe: di stretta clausura e povertà, dove le monache cominciarono a vivere, in spirito di amore e di sacrificio. Il suo lavoro organizzativo a favore di una concezione evangelica e apostolica, di preghiera e povertà, fu contrastato dagli stessi ambienti ecclesiastici, per questo fu più volte denunciata all’Inquisizione. Nel 1568 fra Rossi, Priore Generale dell’Ordine, durante la sua visita in Spagna, si accorse della portata spirituale di Teresa e le diede l’autorizzazione di «aprire tanti monasteri quanti i capelli che aveva in testa». Così divenne fondatrice di ben 17 monasteri, impostati su uno stesso modello: vita rigorosamente evangelica, nei quali si praticava la povertà, la semplicità, il distacco, nella solitudine e nella preghiera, in condizione fraterna e dove il Signore poteva essere amato. Nel 1568 la Riforma Teresiana si estese ai Padri, dopo l’incontro della santa con san Giovanni della Croce, suo confessore. Così fu fondato a Duruelo il primo convento di Carmelitani Scalzi. Dopo molte lotte, incomprensioni e persecuzioni, ottenne da Roma un ordine superiore che stabiliva una separazione all’interno dell’Ordine Carmelitano: i Carmelitani Scalzi non sarebbero più sotto la giurisdizione dei Provinciali dei Calzati. Al momento di questa separazione, 1580, Teresa aveva 65 anni e la sua salute era già molto debole. Nell’ultima delle sue fondazioni, il monastero di Burgos, le difficoltà non diminuirono. Quando il convento era già con i suoi primi lavori, nel luglio 1582, Teresa aveva l’intenzione di tornare a Avila. Ma è stata costretta a cambiare i suoi piani e a dirigersi verso Alba de Tormes. Il viaggio non era stato ben programmato e la santa era così debole che svenne sulla strada. Quando raggiunse Alba, Teresa peggiorò, le fu amministrata l’estrema unzione. Quando ricevette il Viatico, Teresa esclamò la sua ultima frase: «Muoio come figlia della Chiesa». Nell’anno della morte di Teresa entrò in vigore il calendario gregoriano, che accorciava l’anno in corso di dieci giorni degli anni, così la celebrazione della sua morte è passata al 15 ottobre. Morì il 4 ottobre 1582, a 67 anni.
15 ottobre: santa Tecla di Kitzingen, correva l’anno 730 o 731 quando Winfryth, chiamato più tardi san Bonifacio, che sarebbe diventato l’apostolo della Germania, non contento dell’aiuto di monaci e preti, fece appello alle sue compatriote, monache di Wimborne e Minster, affinché anche loro partecipassero all’opera di evangelizzazione. Una tra queste fu la futura santa Lioba di Tauberbischofsheim, probabilmente una sua patente. Santa Lioba chiamò, a sua volta una sua parente di nome Tecla, una suora benedettina nata in Inghilterra. Santa Tecla di Kitzingen è stata inviata dalla sua badessa, Tetta, in Germania e resse il monastero di Ochsenfurt, nei pressi di Kleinochsenfurte. Documentazioni storiche riferiscono dell’operato di santa Tecla e della prima abatessa di Kitzingen, santa Adeloga, considerate le fondatrici della viticoltura in Franconia.