a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 18 ottobre: san Luca evangelista, nacque nel 10 d.C. ad Antiochia di Siria da una famiglia pagana, Luca lavora come medico, prima di conoscere san Paolo di Tarso, giunto in città per intervento di Barnaba allo scopo di educare alla fede la comunità di pagani ed ebrei convertiti alla religione cristiana. Dopo l’incontro con Paolo, diventa discepolo degli apostoli. Contraddistinto da un’ottima cultura (conosce in maniera eccellente la lingua greca), amante della letteratura e dell’arte, sente parlare di Gesù per la prima volta intorno al 37 d.C.: ciò significa che non ha mai avuto modo di conoscerlo direttamente, se non attraverso i racconti trasmessigli dagli apostoli e da altre persone, tra cui Maria di Nazareth. Luca si occupa della scrittura del Vangelo tra il 70 e l’80 d.C.: la sua opera è dedicata a un tale Teofilo, nome in cui si è riconosciuto un eminente cristiano, o più probabilmente a chiunque ami Dio (Teofilo vuol dire, amante di Dio). Luca è l’unico evangelista che parla dell’infanzia di Gesù in maniera approfondita, e inoltre racconta episodi riguardanti la Madonna non citati dagli altri tre. Egli si dedica, tra l’altro, alla narrazione dei primi passi compiuti dalla comunità cristiana in seguito alla Pentecoste. Dopo la morte di can Paolo, non si hanno notizie certe a proposito della vita di Luca. Morto all’età di 84 anni (non si sa se per cause naturali o se da martire, impiccato a un olivo), il 18 ottobre 93 d.C., senza aver mai avuto figli e senza essersi sposato, viene sepolto in Beozia, nella capitale di Tebe (Grecia). Una tradizione cristiana piuttosto antica individua in san Luca il primo iconografo, autore di quadri che ritraggono san Pietro, san Paolo e la Madonna. La leggenda che lo vuole pittore, e quindi iniziatore dell’intera tradizione artistica del cristianesimo: Luca fu scelto dai teologi dell’epoca in quanto ritenuto il più preciso nella descrizione dei diversi personaggi sacri. Il suo simbolo è il toro. L’attribuzione ha diverse interpretazioni e tradizioni; secondo san Girolamo si deve al fatto che nel suo Vangelo introduce come primo personaggio Zaccaria, padre di san Giovanni il Battista, costui, essendo sacerdote del tempio, offriva sacrifici di tori; patrono degli artisti, pittori, scultori, medici, chirurghi, notai.
18 ottobre: san Pietro d’Alcantara, nacque ad Alcántara (Spagna) nel 1499 e fu battezzato con il nome di Juan. I suoi genitori, Alonso Garavito e Maria Villela, si distinguevano per la loro pietà e per le qualità personali. Il padre, era governatore del paese, morì quando Juan aveva 8 anni. Sua madre si risposò con Alfonso Barrantes. Juan fece i suoi primi studi ad Alcántara e più tardi fu mandato dal suo patrigno a Salamanca. All’età di 16 anni, quando frequentava l’Università di Salamanca, decise di farsi francescano. Entrò tra i francescani del convento, di Stretta Osservanza, di Majarretes nel 1515. In questa comunità era sorto un desiderio di vivere più rigorosamente l’osservanza della Regola di san Francesco d’Assisi e un ardente spirito di penitenza, aspetti che attrassero subito Juan. Nel ricevere l’abito, prese il nome di fra Pietro. Nel periodo del noviziato gli furono affidati vari incarichi, come quello di sacrestano e di portiere. Fin dal primo momento, fra Pietro si propose austerità e penitenza: guardava sempre in basso, trascorreva la maggior parte del tempo in preghiera, dormiva per terra, tutto questo lo faceva per amore verso Dio. A 22 anni fu mandato a fondare una nuova comunità di Stretta Osservanza a Badajoz. Fu poi ordinato sacerdote nel 1524 e l’anno seguente venne eletto Padre guardiano del convento di Santa Maria degli Angeli a Robredillo. Divenne un apprezzato predicatore: le sue omelie, ispirate ai libri profetici ed ai libri sapienziali della Bibbia, erano indirizzate alle fasce più umili della popolazione. C’erano molti che solo vedendolo salire al pulpito comprendevano che dovevano cambiare vita e si pentivano dei loro peccati. Viaggiò molto in Estremadura e in Portogallo, svolgendo un grande lavoro come fondatore di vari conventi, come superiore, come predicatore e come direttore spirituale. Egli sentì insistentemente la chiamata del Signore a una vita più austera di preghiera, povertà e penitenza. Nel 1554 Pietro propose ai suoi superiori il progetto di istituire una comunità con una regola più rigorosa. All’inizio trovò opposizione, ma più avanti gli fu concesso il permesso di ritirarsi con un confratello, san Giovanni d’Avila, a fare vita eremitica. A loro si unirono altri frati con le stesse inquietudini e si fondò il convento a Pedroso de Acim (Portogallo), in una piccola casa a loro ceduta. Le celle erano molto piccole, i giacigli erano delle assi per terra, andavano sempre scalzi, si sottomettevano a digiuni rigorosi e dedicavano lunghe ore alla preghiera. Nel 1560, passando per Ávila, visitò il convento dell’Incarnazione. Lì incontrò per la prima volta santa Teresa di Gesù, che in quel momento passava un periodo di oscurità e di scrupoli. Sorse tra loro una santa amicizia. Qualche tempo dopo, offrirono a Pietro una chiesetta nel paese di Arenas. Egli visitò il luogo e gli parve perfetto per una nuova fondazione. Subito preparò tutto quanto era necessario per la fondazione, costruendo piccole celle ed eremi per i frati. Fin dal 1562 Pietro rimase ad Arenas. L’esaurimento fisico e la malattia minavano il suo corpo, ma il santo rifiutava qualunque mitigazione nelle penitenze. Verso la metà di ottobre, quando era in viaggio, la malattia peggiorò. Il santo chiese di essere portato ad Arenas per morire tra i suoi fratelli. Morì il 18 ottobre 1562; patrono del Brasile.