a cura di don Riccardo Pecchi
Oggi 2 luglio la chiesa celebrala Beata Vergine Maria delle Grazie, Il primo a decretare l’istituzione del culto in onore della Madonna delle Grazie fu papa Urbano VI. L’8 aprile 1389, decretò l’istituzione della festa della Visitazione di Maria sotto il titolo di Santa Maria delle Grazie da celebrarsi in tutte le chiese il 2 luglio con l’obbligo del digiuno nella vigilia. Il motivo primo che aveva spinto Urbano VI all’istituzione di questa ricorrenza, poi ufficialmente promulgata con apposita Bolla pontificia il 9 novembre dello stesso anno dal suo successore Bonifacio IX, fu quello di sensibilizzare i fedeli ad intercedere presso la Santa Vergine affinché facesse cessare lo scisma della Chiesa consumatosi il 20 settembre 1378 con l’elezione dell’antipapa Clemente VII. Qualche decennio dopo, nei primi anni del XV secolo, il culto per la Madonna delle Grazie, proprio per la sua specificità legata a doppio filo con il concetto di misericordia e più in generale di remissione delle colpe, viene a contatto con la dimensione del Purgatorio. Prima ed immediata conseguenza di questo impatto è la formulazione di un nuovo modello iconografico che viene indicano con il nome di “Sancta Maria de Gratia cum Purgatorio”. Questa immagine è caratterizzata dalla figura della Madonna che, aiutata dal Bambino Gesù, si stringe il seno per spargere con il suo latte, simbolo della grazia, le anime dei defunti, le quali, immerse in buche infuocate, stanno in posizione orante ai suoi piedi. Ne costituisce tangibile testimonianza non solo l’aumento della produzione artistica intorno a questo specifico tema iconografico, quanto l’erezione di numerose chiese e confraternite con questo titolo. Con questo titolo si chiamava fin dal XIII secolo la Madonna allattante (Panaghía Galaktotrophoúsa), cioè che allatta il Bambino, dopo il XIV secolo la Madre celeste, invece di allattare il Figlio Gesù, spreme il latte dal suo seno per refrigerare le anime del Purgatorio. Ma il titolo Madonna delle Grazie, riferito a Maria (Madre di Gesù), va inteso sotto due aspetti: Maria Santissima è Colei che porta la Grazia per eccellenza, cioè suo figlio Gesù e Maria è la Regina di tutte le Grazie, è Colei che, intercedendo per noi presso Dio come Avvocata nostra; la Chiesa cattolica non ha nel proprio anno liturgico una festa specifica per la Madonna delle Grazie: questo titolo è associato a diverse feste mariane in base alle consuetudini locali e alla storia dei singoli santuari, molti luoghi associano questo titolo alla festa della Visitazione di Maria ad Elisabetta, il 31 maggio; anticamente la festa si svolgeva il lunedì in Albis, poi fu spostata al 2 luglio, e ancora oggi in quest’ultima data la si continua a festeggiare nella maggior parte delle località nelle quali è venerata la Madonna delle Grazie, in alcuni luoghi il titolo di Madonna delle Grazie è associato alla festa della Natività di Maria, l’8 settembre.
2 luglio: san Bernardino Realino, nacque a Carpi (Modena) il 1 dicembre 1530, da una famiglia ricca. Svolse gli studi conseguendo grandi risultati all’accademia di Modena, poi frequentò l’università di Bologna studiando arte e medicina; terminò medicina nel 1551, pensando di intraprendere la carriera medica, ma cominciò invece a studiare diritto civile e canonico, forse per desiderio di una donna di cui si era innamorato, che pensava sarebbe diventato un buon avvocato. Bernardino, a ogni modo, considerava questi studi in legge come un buon fondamento per l’amministrazione del governo e dell’ordine pubblico. Il 3 giugno 1556 ricevette un dottorato utriusque juris. Suo padre era al servizio del cardinale Cristoforo Madruzzo, vescovo di Trento e governatore di Milano, e Bernardino sembrava destinato a una carriera pubblica di successo. Occupò molte cariche importanti in varie città e infine divenne uditore e luogotenente a Napoli, per conto del marchese di Pescara, Francesco Ferdinando d’Avalos viceré di Sicilia. A Napoli un incontro occasionale con due gesuiti lo colpì tanto da indurlo a frequentare la chiesa della Compagnia. I gesuiti lo incoraggiarono ad avanzare sulla via del distacco dal mondo facendogli leggere vari scritti di devozione. Nell’autunno 1564 Bernardino chiese di entrare nella Compagnia di Gesù. Diventò novizio nel 1564 e fu ordinato sacerdote il 24 maggio 1567. La sua esperienza di amministratore indusse il generale della Compagnia san Francesco Borgia a farlo nominare maestro dei novizi e responsabile della casa napoletana, quando nel 1568 il collegio fu trasferito a Nola, nonostante che il provinciale di Napoli, si opponesse perché Bernardino non aveva ancora compiuto il prescritto corso di studi e non aveva pronunciato i voti solenni, ciò che avvenne il 31 maggio 1571. Nel 1574 si trasferì a Lecce per fondare un collegio gesuita; qui trascorse il resto della vita, svolgendo in momenti differenti l’incarico di rettore, vicerettore e insegnante ordinario. Al di fuori del collegio si fece conoscere per la gentilezza e la pazienza. Era consultato da persone di ogni livello sociale su questioni secolari e religiose, e si guadagnò il soprannome di “padre della città” per la sollecitudine che dimostrava verso chi si trovasse in difficoltà o fosse malato. Continuò il suo apostolato di conversione presso i detenuti e gli schiavi, convertendone molti al cristianesimo, e, come quando era a Napoli, scoprì di essere più efficace nel consigliare le persone individualmente che nel predicare pubblicamente. Creò un sodalizio per sacerdoti come contributo alla riforma del clero secolare e religioso della città. Morì il 2 luglio 1616.