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di don Riccardo Pecchia
Oggi 29 ottobre la chiesa ricorda san Gaetano Errico, nacque a Secondigliano (Napoli) il 19 ottobre 1791. Negli anni della sua infanzia, aiuta il padre nella sua fabbrica di maccheroni, frequenta la parrocchia dei Santi Cosma e Damiano e fin da quell’età, cerca di aiutare i poveri come può. A 7 anni è ammesso alla prima comunione e ad 11 al sacramento della confermazione. A 14 anni chiede di entrare prima tra i Cappuccini e, poi, tra i Redentoristi, ma la domanda è respinta a causa dell’età. A 16 anni chiede di essere ammesso al seminario arcivescovile di Napoli. Nel gennaio del 1808 indossa l’abito talare e poiché la famiglia non è in grado di sostenere i costi per il suo mantenimento da interno, segue gli studi da esterno, raggiungendo a piedi il seminario. Nel tempo della sua formazione seminaristica segue con grande profitto la scuola, partecipa tutte le mattine alla Messa, riceve la comunione, aiuta in famiglia, visita ogni giovedì gli ammalati dell’ospedale «Incurabili» di Napoli, portando loro qualche regalo, frutto dei suoi risparmi settimanali, e la domenica va in giro per le strade con il crocefisso per raccogliere i fanciulli per il catechismo. È ordinato sacerdote il 23 settembre del 1815 nella Cappella di Santa Restituta, nella Cattedrale di Napoli.
Nel 1816 diviene parroco della Chiesa dei Santi Cosa e Damiano a Secondigliano. Inizia a insegnare nella scuola comunale di Secondigliano, per quasi vent’anni, con diligenza, vigilanza e zelo, preoccupandosi di insegnare, soprattutto, i principi cristiani. Ogni anno, da sacerdote, si ritira a Pagani (Salerno), nella casa dei padri Redentoristi, per gli esercizi spirituali. Nel 1818, mentre prega nel coro, avviene un fatto destinato a segnare ed a cambiare il corso della sua vita: gli appare sant’Alfonso Maria de’ Liguori per comunicargli che Dio lo vuole fondatore di una Congregazione religiosa, dandogli come «segno» la costruzione in Secondigliano di una chiesa in onore della Vergine Addolorata. L’annuncio che è Dio a volere la costruzione di una chiesa in onore dell’Addolorata, in Secondigliano è accolto con entusiasmo dalla maggior parte del popolo, ma c’è anche chi si dimostra diffidente ed ostile. Gli avversari, pochi, ma molto agguerriti e combattivi, giurano che impediranno la costruzione della chiesa. Terminata la costruzione, don Gaetano commissiona a Francesco Verzella, scultore napoletano, una statua in legno della Madonna Addolorata. La tradizione vuole che egli abbia fatto rifare più volte il volto, esclamando alla fine: «Così era». Terminata la chiesa, don Gaetano comincia a costruire in un luogo adiacente la casa che dovrà ospitare la nuova Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, fondata nel 1833, sarà approvata, nel 1864, dalla Santa Sede solo dopo l’elezione di papa Pio IX. Costruisce dapprima una piccola casa, dove nel 1833 si ritira ad abitare insieme ad un laico, che cura il servizio della chiesa. Don Gaetano, dopo l’approvazione, è unanimemente eletto Superiore Generale. Fino alla morte lavora per lo sviluppo della Congregazione, curando l’attività missionaria, la predicazione al popolo e gli esercizi spirituali in numerosi conventi di suore, nella direzione spirituale e, specialmente, nell’amministrazione del sacramento della riconciliazione. Muore a Secondigliano, per le conseguenze di una febbre viscerale. Morì il 29 ottobre 1860, a 69 anni.
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