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Oggi 12 giugno la chiesa celebra sant’Onofrio eremita, nacque in Tebaide nel IV secolo d.C., visse da eremita per 40 anni nel deserto egiziano e si distinse per povertà e intensa religiosità. Secondo la leggenda era figlio di un re, a lungo desiderato, ma che, appena nato, fu indicato da un demonio come figlio di una relazione adulterina della regina: sottoposto alla “prova del fuoco”, ne sarebbe uscito indenne. Non fu mai attratto da materiali ricchezze e onori. Così si isolò dedicandosi alla vita eremitica ancor molto giovane. Il vecchio vescovo e monaco egiziano san Pafnuzio di Tebe, desideroso di conoscere la vita degli anacoreti del deserto (religioso che abbandona la società per condurre una vita solitaria dedicandosi alla preghiera), lo incontrò e trascorse con lui gli ultimi giorni di vita di Onofrio.
Dopo due tappe fatte in 21 giorni, sfinito si accasciò a terra; vide allora apparire una figura umana di terribile aspetto, ricoperta da capo a piedi solo dai lunghi capelli e da qualche foglia. Questo abbigliamento era solito negli anacoreti, che abituati a star soli e visti solo dagli angeli, alla fine facevano a meno di un indumento difficile a procurarsi o a sostituire lì nel deserto. Inizialmente spaventato, Pafnuzio cercò di scappare, ma la figura umana lo chiamò dicendogli di restare, allora egli capì di aver trovato chi cercava, era un anacoreta. Stabilitasi una fiducia reciproca, cominciarono le confidenze, l’eremita disse di chiamarsi Onofrio e stava nel deserto da 70 anni e di non aver mai più visto anima viva, si nutriva di erbe e si riposava nelle caverne; ma inizialmente non fu così, aveva vissuto in un monastero della Tebaide a Ermopolis, insieme ad un centinaio di monaci. Ma desideroso di una vita più solitaria sull’esempio di san Giovanni Battista e del profeta Elia, lasciò il monastero per dedicarsi alla vita eremitica; inoltratosi nella zona desertica con pochi viveri, dopo alcuni giorni incontrò in una grotta un altro eremita, cui chiese di iniziarlo a quella vita così particolare. Onofrio poi racconta a Pafnuzio di come si adattava al cambio delle stagioni, di come resisteva alle intemperie e di come si sosteneva, un angelo provvedeva quotidianamente al suo nutrimento, lo stesso angelo la domenica gli portava la Santa Comunione. Continuarono le loro conversazioni spirituali finché Onofrio disse: «Dio ti ha inviato qui perché tu dia al mio corpo conveniente sepoltura, poiché sono giunto alla fine della mia vita terrena». Pafnuzio propose ad Onofrio di prendere il suo posto, ma l’eremita rispose che non era questa la volontà di Dio, egli doveva ritornare in Egitto e raccontare ciò di cui era stato testimone. Dopo averlo benedetto si inginocchiò in preghiera e morì, gli dette sepoltura in una grotta, Pafnuzio riportò la sua esperienza nel libro La Vita che ebbe larga diffusione in Oriente dando l’avvio al culto di Onofrio che si estese per tutta l’Asia minore; patrono di chi cerca oggetti smarriti, delle donne che cercano marito.
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