a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 22 luglio la chiesa festeggia santa Maria Maddalena, originaria di Magdala, villaggio di pescatori sulla sponda occidentale del lago di Tiberiade, centro commerciale ittico denominato in greco Tarichea (pesce salato). Figura descritta sia nel Nuovo Testamento sia nei Vangeli apocrifi, secondo la tradizione, era una della tre Marie che accompagnarono Gesù anche nel suo ultimo viaggio a Gerusalemme, dove furono testimoni della crocifissione, Maria rimase presente anche alla morte e alla deposizione di Gesù nella tomba per opera di Giuseppe di Arimatea, ma fu ancora lei, di primo mattino nel primo giorno della settimana, assieme a Salomè e Maria la madre di Giacomo il Minore, ad andare al sepolcro, portando unguenti per ungere la salma. Le donne trovarono il sepolcro vuoto ed ebbero una “visione di angeli” che annunciavano la risurrezione di Gesù, divenne così, secondo il Vangelo di Giovanni, la prima annunciatrice della resurrezione e si meritò in seguito il titolo di “apostola degli apostoli” e di “evangelista” in qualità di prima annunciatrice della buona notizia. Maria Maddalena fu fra coloro che maggiormente amarono Cristo, dimostrandolo. Quando giunse il tempo del Calvario, era insieme a Maria Santissima e a san Giovanni, sotto la Croce. Non fuggì per paura come fecero i discepoli, non lo rinnegò per paura come fece il primo Papa, ma rimase presente ogni ora, dal momento della sua conversione, fino al Santo Sepolcro. La diffusione del culto in Occidente avvenne soprattutto grazie all’Ordine dei Frati Predicatori, che l’annoverò nel numero dei suoi patroni. Il culto più antico rivolto a Maria Maddalena, risalente alla fine del IV secolo, è quello che si svolgeva nei riti della Chiesa Orientale la seconda domenica dopo Pasqua, chiamata “delle mirofore”. In quel giorno si commemoravano le donne che il giorno dopo la crocifissione e la morte di Gesù si recarono al sepolcro con gli unguenti per imbalsamarlo. Tra le mirofore (portatrice di profumi) un ruolo importante l’aveva Maria Maddalena, l’unica che è sempre citata in tutti e quattro i vangeli canonici. Il primo centro della venerazione della Maddalena fu Efeso, dove si diceva fosse pure la sua tomba, nell’ingresso della grotta dei Sette Dormienti; si sposta poi a Costantinopoli, dove all’epoca di Leone il Filosofo sarebbe stato trasferito il corpo, e si diffonde poi nella Chiesa Occidentale soprattutto dall’XI secolo; patrona dei penitenti.
22 luglio: san Gualtiero di Lodi, nacque a Lodi nel 1184, da genitori già anziani, Ariprando de Garbanis e da Alessia, i quali, secondo la Vita beatissimi fratris Gualterii, non avendo avuto figli fino ad allora, prima della sua nascita avevano fatto voto di educare il figlio al servizio di Dio nella basilica di San Pietro a Roma e lo avrebbero educato alla vita religiosa. Quando nacque Gualtiero i genitori, in adempimento del voto, lo portarono a Roma in pellegrinaggio e in seguito gli diedero un’educazione adatta alla missione cui l’avevano consacrato. A 15 anni compì una scelta di povertà, vestì l’abito dei Frati Ospitalieri. Dopo un pò morì il padre e vendette i suoi beni e li distribuì in elemosine e in soccorsi ai pellegrini e agli indigenti; e dopo aver collocato la madre vedova in un convento, egli affinché nessun affetto carnale e mondano lo distogliesse dai comandamenti di Dio e dal divino culto, partì per Piacenza dove visse per due anni al servizio dei poveri presso l’ospedale di san Raimondo Zanfogni, detto Palmerio. La forza attrattiva dell’esperienza di san Raimondo probabilmente gli fece accentuare la scelta evangelica nel senso della religiosità delle opere. Al suo ritorno, dopo due anni, a Lodi, Gualtiero, si stabilì presso l’ospedale di San Bartolomeo, nella periferia della città, qui portò a compimento la propria formazione, fino a sentirsi in grado di agire in piena autonomia. La strada che congiungeva Milano a Piacenza passava, prima di giungere alle porte di Lodi, per un luogo denominato Fanzago, paludoso e boscoso, propizio agli attentati. L’istituzione avrebbe risanato il posto malfamato. Proprio là Gualtiero pensò di erigere un ospedale per soccorrere i pellegrini e i viandanti. Sostenuto dal prete Everardo, Gualtiero chiese alle autorità comunali di Lodi il terreno per edificare il suo ricovero. I consoli di Lodi, il 30 aprile 1206, ben volentieri concedono a lui e ad Everardo otto pertiche di quella terra, perché vi edifichino un ospedale della Misericordia e una chiesa dedicata ai Santi Giacomo e Filippo. Il nuovo ospedale ebbe un fiorente sviluppo: intorno al fondatore si riunirono molti fratelli, molte sorelle e santi eremiti, Gualtiero era d’esempio a tutti di vita rigidamente ascetica: camminava scalzo, vestiva del sacco, digiunava, pregava e distribuiva elemosine. Morì il 22 luglio 1224 circa, a 40 anni.