27 settembre: Venerabile Ignazio Eustachio Capizzi, nacque a Bronte (Catania) il 20 settembre 1708, di umilissime origini. Restò orfano di padre e già ad appena otto anni faceva da piccolo pastore alle pecore ed agli agnelli nella mandria dello zio. Ad 11 anni, ancora analfabeta, iniziò i primi studi a Bronte, nell’Oratorio di San Filippo Neri, sotto la guida di due preti, don Giuseppe Mario Fransone e da don Pietro Politi, e con estremi sacrifici, li continuò a Caltagirone prima (per tre anni) e poi a Lipari. A 18 anni, per proseguire gli studi di filosofia e teologia nelle isole Eolie, fece da domestico (chierico di camera) al Vescovo di Lipari. Trasferitosi nel 1732 a Palermo per pagarsi gli studi lavora come sguattero e da infermiere nell’Ospedale Grande e Nuovo; inizia a studiare medicina e nel 1734 abbraccia la professione medica, ma il suo sogno resta il sacerdozio. Continua a Palermo gli studi religiosi e, dopo anni di stenti, di umiliazioni e di sacrifici, nel 1735 consegue la laurea in Teologia nel Collegio Massimo di Palermo; il 17 dicembre viene ordinato diacono e, all’età di 28 anni, il 26 maggio del 1736 viene ordinato sacerdote. Fu un uomo virtuoso, caritatevole, dedito alla povertà, sempre umile. Organizzatore infaticabile, colto predicatore e scrittore, dedicò gran parte della sua vita a favore degli ammalati e dei poveri e della gioventù incolta e senza guida per la cui elevazione sociale, morale e culturale, spese le sue energie e la sua vita. Parecchi paesi della Sicilia e specialmente Palermo e Bronte, furono testimoni della sua feconda attività apostolica e di coraggiose ed ardite iniziative sociali quali l’edificazione di opere di pubblico vantaggio (collegi, convitti, istituti). A Palermo, a contatto con collegi e istituti scolastici, matura l’idea di fondare una scuola destinata alla formazione dei secolari, ma anche dei nuovi sacerdoti nel suo paese natale, privo di scuole, dove l’analfabetismo era dominante e che era stato costretto a lasciare per darsi un’istruzione. Ignazio Eustachio, povero, umile ma colto e formidabile organizzatore, progettò questa sua idea e vi lavorò ininterrottamente con tenacia ed entusiasmo per oltre 15 anni ed alla fine, dopo la posa della prima pietra, riuscì a costruire il maestoso “Real Collegio Capizzi” in pochi anni. Per realizzare l’opera superò moltissime difficoltà, ostracismi, contrasti e calunnie di ogni genere. Ignazio Eustachio elemosinò le risorse necessarie in ogni luogo. Ignazio morì nel convento dell’Olivella a Palermo dove fu anche sepolto. Morì il 27 settembre 1783.