a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 4 gennaio la chiesa ricorda santa Angela da Foligno, nacque a Foligno (Perugia) nel 1248, da una famiglia agiata, non compì studi, ma nonostante la sua ignoranza della scrittura e la modesta esperienza della lettura, giunse ad intendere perfettamente la lingua latina. Della sua giovinezza narrò essa stessa gli errori, le intemperanze, le colpe; i quali, certamente, devono intendersi posti in eccessivo rilievo per i motivi della successiva esperienza ascetica. Si sposò in giovane età e in un breve giro di tempo le morirono (nel 1288 circa) la madre, il marito e i figli; nella solitudine trovò la via della vocazione religiosa; vendette i suoi beni ed entrò, tra la fine del 1290 e gli inizi del 1291, nel Terz’ordine Francescano, dove si diede a intense opere di carità, specialmente verso i lebbrosi e vivendo sull’esempio di Francesco d’Assisi in penitenza e nella radicale imitazione di Gesù Cristo, meditando soprattutto la sua Passione, come fece Margherita da Cortona e più tardi la beata Camilla da Varano. Nell’autunno del 1291, dopo aver emesso i voti religiosi, si recò pellegrina ad Assisi e nella Basilica di San Francesco, Angela ebbe una crisi mistica, preceduta, come ella stessa avrebbe raccontato, dalla sperimentazione in sé della Trinità. Frate Arnaldo da Foligno, suo direttore spirituale e segretario, avvertì subito la necessità di comprendere fino in fondo le cause di quella crisi, e iniziò a scrivere tutto quello che Angela veniva confidandogli, anche per sottoporlo al giudizio di esperti. Nasceva così quella che avrebbe costituito la prima parte del “Liber” della beata Angela, ovvero l’autobiografia spirituale o “Memoriale di frate Arnaldo”. Angela dettava, mentre Arnaldo trascriveva in un latino semplice e piano; quando lui non comprendeva, si faceva ripetere il discorso, proprio per non riportare un pensiero o semplicemente un’espressione diversa da quella pronunciata da Angela. La stesura del “Memoriale” durò circa cinque anni, dal 1291 al 1296 e raccoglie l’esperienza interiore di Angela, che consta, come lei espressamente afferma, di trenta passi, dal momento del suo ritorno a Dio (1285), fino all’ingresso nelle più alte sfere della vita mistica (1296), quando tali manifestazioni mistiche si fecero più frammentarie e lasciarono campo a nuove manifestazioni spirituali, in particolare quella della “maternità spirituale” che raccolse intorno alla “Lella da Foligno” un vero cenacolo di anime desiderose di perfezione. A loro la santa inviava numerose lettere e per loro redigeva anche le Istruzioni salutifere. La povertà, l’umiltà, la carità, la pace erano i suoi grandi temi. Morì a Foligno il 4 gennaio 1309.
4 gennaio: santa Elizabeth Ann Bayley Seton, nacque a New York (Stati Uniti d’America) il 28 agosto 1774, da famiglia protestante (episcopaliana) e in quella religione osservava i doveri e adempiva con fervore le pratiche di pietà. Il 25 gennaio del 1794, all’età di 19 anni, sposò il ricco commerciante William Magee Seton, della sua città, e divenne madre di cinque figli che educò con grande spirito religioso. E mentre attendeva alla cura della famiglia, trovò tempo per interessarsi dei poveri, con frequenti visite e fraterna assistenza. Il marito si ammalò gravemente e, su consiglio dei medici, si trasferì in Italia per rimettersi in salute. Elizabeth e William sbarcarono a Livorno nel novembre 1803, ma, a causa dell’epidemia di febbre gialla che si era sviluppata a New York, fu imposta loro la quarantena nel Lazzeretto di San Iacopo, alle porte della città. Durante la permanenza a Livorno, i coniugi furono visitati più volte dalla famiglia di Filippo Filicchi, Console degli Stati Uniti nella stessa città toscana, famiglia nobile non solo per censo, ma specialmente per profonde virtù cristiane. Tuttavia, le condizioni del marito peggiorarono e il 27 dicembre 1803 William morì nell’ospedale di Pisa; fu sepolto a Livorno nel cimitero degli inglesi. Giunsero per Elizabeth i primi richiami della Provvidenza, che avevano posto su di lei grandi disegni di salvezza. Dopo la morte del marito, i Filicchi, gradatamente e con grande rispetto, intessevano con lei dialoghi religiosi e pregarono molto per la sua conversione. Cercarono di aiutare la vedova, portandola in pellegrinaggio in molte chiese della città, tra cui quella di Santa Caterina e il Santuario di Montenero. Così Elizabeth iniziò il percorso che la portò a convertirsi al cattolicesimo e proprio durante la celebrazione di una messa nel suddetto santuario ebbe la rivelazione e decise di diventare cattolica. Elizabeth partì per l’America nel 1804; ricevette la prima comunione il 25 marzo 1805 e venne cresimata il 26 marzo dell’anno successivo. Per poter vivere lei e le figlie, aprì una piccola scuola, e poté sempre contare sugli aiuti finanziari che i Filicchi le facevano giungere da Livorno. Il Signore intanto intesseva per lei un disegno più grande. Si trasferì a Baltimora, con altre sue amiche per aprire una Scuola Femminile Cattolica, sotto la protezione dell’arcivescovo John Carroll, ed iniziò a svolgere il suo apostolato a favore delle donne vedove con figli piccoli: eresse anche molte scuole. Il 1 giugno del 1809 fondò la Congregazione Suore della Carità di San Giuseppe e si stabilì ad Emmitsburg, nel Maryland. Morì il 4 gennaio 1821.