Oggi 22 giugno si festeggia San Paolino da Nola, nato nella città francese di Bordeaux nella famiglia di un senatore romano, fu governatore della Campania, si sposò con Terasia ed ebbe il figlio Celso che morì prematuramente; dopo la morte del figlio la coppia condusse una vita ritirata, la notte di Natale del 394 Paolino fu ordinato sacerdote a Barcellona; si trasferì con la moglie a Nola, dove si stabilì accanto alla tomba di san Felice di Nola, da lui molto venerato e con persone animate dai suoi stessi sentimenti dette vita a una comunità monastica rigorosamente ascetica. Paolino impiegò tutto il suo patrimonio per costruire basiliche e per scopi caritativi; Terasia morì tra il 409 e il 414 e Paolino fu nominato vescovo di Nola, tra il giubilo del popolo che lo rispettava e amava. Nola fu presa e devastata dai visigoti e gran parte degli abitanti vennero fatti prigionieri. Paolino vendette tutti i suoi averi per riscattare i prigionieri, compresa la croce episcopale. Quando non ebbe più niente, offrì la propria persona agli invasori per riscattare l’unico figlio di una vedova. Giunto in Africa e venduto come schiavo, divenne il giardiniere del proprio padrone. Un giorno Paolino profetizzò l’imminente morte del re al suo padrone e condotto innanzi al regnante, questi ne ebbe paura: in un suo sogno, Paolino presiedeva un tribunale di giudici contro di lui. Interrogatolo e scoperta la sua carica di vescovo, il padrone gli promise di concedergli qualsiasi cosa avesse chiesto; Paolino rispose che non desiderava altro che la liberazione sua e di tutti i nolani con lui. Così avvenne e questi tornarono al loro paese accompagnati da navi cariche di grano. Sulla spiaggia di Torre Annunziata fu accolto assieme ai prigionieri riscattati dai fedeli nolani che portavano e sventolavano mazzi di fiori. Rimane ancora oggi la tradizione dell’accoglienza: ogni anno, il 22 giugno, a Nola si tiene la Festa dei Gigli in suo onore; Paolino morì il 22 giugno 431, pianto da una folla enorme; patrono dei suonatori di campane poiché a lui è attribuita, per convenzione, l’invenzione delle campane come oggetto utilizzato in ambito ecclesiastico.
22 giugno: san Giovanni Fischer, vescovo cattolico di Rochester e umanista più significativo del suo tempo e brillante scrittore ecclesiastico britannico, Enrico VIII lo fece imprigionare per la sua incrollabile fedeltà alla fede cattolica e fatto rinchiudere nella Torre di Londra, poco dopo, Giovanni era stato nominato cardinale del titolo di San Vitale da papa Paolo III, dette ordine di decapitarlo con l’accusa di lesa maestà per la sua opposizione all’annullamento del matrimonio con Caterina d’Aragona.
22 giugno: san Tommaso Moro, umanista, scrittore e politico cattolico inglese, amico di Giovanni Fischer, aveva studiato diritto ad Oxford, anch’egli fu uno dei grandi umanisti del suo tempo legato a Erasmo da Rotterdam da una fervida amicizia; al termine degli studi divenne consigliere di Enrico VIII, felicemente sposato con molti figli viene nominato Lord Cancelliere; rimase sempre fedele al suo cattolicesimo e non accettò l’indirizzo antiecclesiastico del pensiero politico di Enrico VIII, arrivando a condannare l’intenzione di divorziare da Caterina d’Aragona per la sua convivente Anna Bolena, Moro si dimise dall’incarico di Lord Cancelliere e rifiutò di accettare l’Atto di Supremazia del re sulla Chiesa in Inghilterra e di disconoscere il primato del Papa misero fine alla sua carriera politica e lo condussero alla pena capitale con l’accusa di alto tradimento, a causa del suo rifiuto, fu imprigionato nella Torre di Londra, venne processato, condannato e incarcerato, quindi giustiziato per decapitazione, la testa viene mostrata sul Ponte di Londra per un mese; sarà poi la figlia Margaret Roper a recuperarla, dietro pagamento di una tangente.