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a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 16 novembre la chiesa celebra santa Gertrude di Helfta, nacque a Eisleben (Germania) il 6 gennaio 1256, da una famiglia benestante. All’età di 5 anni, nel 1261, entrò nel monastero cistercense di Rodarsdorf, come si usava spesso in quella epoca, per la formazione e lo studio, dove poté imparare la letteratura, le arti e la musica. Gertrude è una studentessa straordinaria, impara tutto ciò che si può imparare delle scienze del Trivio e del Quadrivio, la formazione scolastica delle Arti liberali di quel tempo; è affascinata dal sapere e si dà allo studio profano con ardore e tenacia, conseguendo successi scolastici oltre ogni aspettativa. A 25 anni era la ragazza più istruita del monastero. Da studentessa
passa a consacrarsi totalmente a Dio nella vita monastica, all’età di 26 anni: lo studio e la preghiera sono la sua attività principale. Intorno alla fine del 1280 una profonda crisi spirituale le rivelò in maniera drammatica che nella sua vita mancava qualcosa di essenziale, anche se non sapeva cosa fosse. Sperimentava “il silenzio di Dio”, la condizione più amara che può vivere un’anima cristiana. Dio non c’era. Nel vuoto della sua anima Gertrude lo cercava invano. Ma il 27 gennaio 1281 Dio ebbe pietà di lei e decise di porre fine ai suoi tormenti. Un giorno Gertrude stava attraversando il dormitorio quando le apparve all’improvviso un giovinetto, bellissimo, che le prese una mano e le promise di liberarla dalla sua angoscia. Da quel giorno la vita di Gertrude cambiò. La sua biografa indica due direzioni di quella che potremmo definire una sua particolare “conversione”: negli studi, con il passaggio radicale dagli studi umanistici profani a quelli teologici, e nell’osservanza monastica, con il passaggio dalla vita che ella definisce negligente alla vita di preghiera intensa, mistica, con un eccezionale ardore missionario. Gertrude trasforma tutto ciò in apostolato: si dedica a scrivere e divulgare la verità di fede con chiarezza e semplicità, grazia e persuasività, servendo con amore e fedeltà la Chiesa, tanto da essere utile e gradita ai teologi e alle persone pie. Alle preghiere e alle penitenze della regola monastica ne aggiunge altre con tale devozione e tale abbandono fiducioso in Dio, da suscitare in chi la incontra la consapevolezza di essere alla presenza del Signore. Nel febbraio del 1288 si ammalò gravemente, fu proprio la consapevolezza che la sua vita terrena non sarebbe stata lunga a spingerla a mettere per iscritto la rivoluzione che l’amore per Cristo aveva portato nella sua vita. Scrisse così le Revelationes. Gertrude non si riprese mai dalla malattia che la portò alla morte nel Monastero di Helfta (Germania). Morì il 17 novembre 1301, a 46 anni; patrona delle Indie Orientali.
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