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a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 28 ottobre la chiesa festeggia san Giuda Taddeo, è stato uno degli apostoli di Gesù, da non confondere con Giuda Iscariota che tradì Gesù. È uno degli apostoli meno noti, è rarissimo trovare una chiesa dedicata a lui. Dal XVIII secolo il suo culto ha cominciato a diffondersi; era invocato, soprattutto nei casi particolarmente disperati. Poche sono le informazioni che riguardano questo apostolo e tutte fanno riferimento al Nuovo Testamento. Il suo nome è citato per la prima volta insieme a quello degli altri apostoli quando Gesù sceglie i dodici. Nei vangeli di Matteo e di Marco è chiamato Taddeo mentre in Luca è definito Giuda figlio di Giacomo. Altri passi biblici in cui è menzionato sono nel
vangelo dove l’apostolo domanda a Gesù: «Signore, perché ti vuoi rivelare a noi e non al mondo?» e per ultimo negli Atti degli Apostoli quando l’autore elenca i presenti nella sala dove avrebbero ricevuto lo Spirito Santo. Nella Lettera di Giuda si presenta come fratello di Giacomo, da alcuni identificato come Giacomo il Minore; se fosse vero, era figlio di Maria di Cleofa, una delle tre Marie presenti sotto la croce, e di Alfeo, che probabilmente era fratello di Giuseppe; era quindi cugino di Gesù. Esiste un’altra leggenda, secondo la quale Taddeo, dopo l’attività svolta presso i suoi compatrioti, si sarebbe portato nelle regioni limitrofe della Fenicia, nell’Arabia, Siria e Mesopotamia; avrebbe sofferto il martirio a Beirut o ad Aradus in Fenicia; altri autori, greci, affermano che Taddeo morì di morte naturale, ma la maggior parte delle fonti della tradizione sostiene che morì martire assieme a Simone zelota. Uno scritto narra che Taddeo abbia incontrato l’apostolo Simone Zelota in Persia, insieme al quale evangelizzò quel regno; nonostante la continua ostilità dei due maghi Zaroes e Arfaxat, la predicazione dei due Apostoli ottenne risultati eccezionali, e nel giro di quindici mesi essi battezzarono a Babilonia 60.000 uomini, senza contare le donne e i fanciulli, e in tredici anni percorsero le dodici province dell’impero persiano. Giunti nella città di Suanir (nella Colchide), ai due Apostoli fu ordinato di sacrificare nel Tempio del Sole al sole e alla luna, ma essi risposero che il sole e la luna erano solamente creature del Dio che essi annunziavano; cacciarono dagli idoli i demoni, che vi soggiornavano, e, fra ululati e orrende bestemmie, se ne scapparono due figure nere e terrificanti; allora i sacerdoti e il popolo si precipitarono sui due Apostoli; i due furono uccisi da sassate, lance e colpi di mazza, e per questo l’arte mette in mano all’apostolo Giuda una pesante mazza o una lancia. In particolare, dopo essere stato trafitto da lance e mazze, Giuda Taddeo sarebbe stato finito con un colpo d’ascia sulla testa. Si ritiene che il martirio sia avvenuto l’anno 70 d.C.; patrono dei casi disperati e delle cause perse.
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