Oggi 6 luglio la chiesa celebra santa Maria Goretti, prima di cinque figli, nata a Corinaldo nelle Marche, da contadini semplici e stimati, come molti lavoratori agricoli dovettero lasciare le proprie terre per cercare sostentamento non lontano da Nettuno, qui ebbero inizio le sventure dei Goretti; un anno dopo il loro arrivo il padre morì di malaria, la madre intensificò il suo lavoro nei campi per poter sfamare i figli, Maria accudiva ai quattro fratellini; la ragazzina, che aveva compiuto 11 anni, era frequentemente molestata da Alessandro Serenelli, il figlio sedicenne del proprietario terriero. Il ragazzo, il 5 luglio 1902, con la scusa di farsi rammendare dei vestiti, attirò Maria in casa e tentò di violentarla, la ragazza si difese disperatamente, ma niente poté contro il punteruolo del violentatore: ferita da 14 colpi in tutto il corpo, Maria fu trasportata in ospedale dove morì il giorno dopo perdonando il suo assassino.
6 luglio: beata Maria Teresa Ledóchowska, religiosa polacca e fondatrice della congregazione delle Suore Missionarie di San Pietro Claver; apparteneva ad una nobile famiglia di origini polacche di illustri tradizioni religiose: lo zio Mieczysław Halka Ledóchowski era cardinale, il fratello Vladimiro fu preposito generale della Compagnia di Gesù e la sorella santa Ursula fondò le Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante; Maria Teresa fu dama di corte della granduchessa di Toscana Alice di Borbone-Parma, ma la vita di corte le pareva quanto mai vuota, dopo il suo incontro con le Missionarie Francescane di Maria e la lettura degli scritti del cardinal Charles-Martial Allemand Lavigerie, fondatore della Società dei Padri Bianchi, sulla schiavitù si dedicò al servizio delle missioni africane: lasciò la corte e il suo finissimo corredo lo aveva donato alle missioni, i suoi abiti di seta li aveva trasformati in paramenti sacri, al dito si era messo un semplice anello di ferro, la beata concepì l’idea di fondare una società di signore che si dedicassero al sostegno delle missioni africane e così riunì intorno a sé un gruppo di persone con il quale diede vita al Sodalizio di San Pietro Claver per le Missioni africane, l’interesse per le missioni si trasformò nella beata in un vivo desiderio di dedicarvisi con tutte le forze; trasferitasi a Roma la contessa morì a 59 anni