a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 11 settembre: santi Proto e Giacinto, romani di nascita, cristiani eunuchi e schiavi di Eugenia, figlia del nobile Filippo senatore romano, eletto prefetto di Alessandria d’Egitto, dove si trasferì con la moglie Claudia e i figli Sergio, Avito, Eugenia e con loro anche i due eunuchi Proto e Giacinto. In questa località Eugenia e i due virtuosi giovani cristiani si diedero allo studio delle lettere e della filosofia. Eugenia era incline alle buone letture, che ad Alessandria in quel tempo fiorivano. La giovane vi si applicò con tutto il cuore e per rispetto di lei così fecero anche Proto e Giacinto. Leggendo buoni libri ed illuminati, da Dio, vennero a conoscere la cecità dei gentili (pagani), che adoravano le pietre e tenevano per dèi uomini. Come si è solito fare, ragionando molto, amichevolmente che i nostri, d’un tratto come tutti i discorsi si passi dall’indagare, le ragioni e gli effetti, alla pratica. I due schiavi ed Eugenia osservarono la diversità tra i costumi dei cristiani e dei pagani, così cominciarono a valutare l’importanza e la sublimità della dottrina evangelica, così furono attratti ad indagare anche i principi e i misteri della religione di Cristo. Così decisero di convertirsi, si andarono da un santo abate, di nome Eleno, affinché li catechizzasse per poter ricevere il battesimo, questi li accolse con amorevole carità, lì istruì sui fondamenti della fede e dopo averli confermati nella loro vocazione, li battezzò. Eugenia imitò l’esempio di Proto e Giacinto e tutti e tre si unirono a professare le migliori virtù cristiane. Ritornati a Roma, i tre, consolavano e assistevano i poveri fratelli perseguitati, istruivano i fedeli e guadagnavano nuove conversioni; all’amica Bassilla, desiderosa di aderire al cristianesimo, consegnò i suoi schiavi Proto e Giacinto perché la istruissero nella verità di fede. Dopo la conversione Bassilla fu denunciata dal fidanzato al magistrato che la fece condannare a morte assieme ai due giovani. Furono scoperti e denunciati al prefetto di Roma, che fece condurre alla sua presenza Eugenia, avendole intimato di abbandonare il culto del Salvatore, se no condannata ai più crudeli tormenti; l’intrepida eroina, non si lasciò intimorire, anzi confessò il suo amore per il vero Dio. Dopo vari supplizi venne decapitata, la stessa sorte subirono in seguito Proto e Giacinto nell’anno 259 d.C.
11 settembre: san Giovanni Gabriele Perboyre, Jean-Gabriel nacque il 6 gennaio 1802 a Le Puech (oggi Montgesty) in Francia, era uno degli otto figli di Pierre Perboyre e di Marie Rigal. Dentro il cuore, il giovanissimo Jean-Gabriel ha una grande passione: Gesù. Suo fratello Louis entra nel 1816 nel Seminario di Montauban della Congregazione della Missione (lazzaristi) di san Vincenzo de’ Paoli. A 15 anni, segue il fratello minore. Louis, in Seminario, per tenergli compagnia per qualche tempo, ma qui si appassiona alla vita religiosa. Allora decide di rimanervi e chiede di essere ammesso alla Congregazione. È accettato e si dimostra subito un novizio modello, esemplare nella preghiera e nell’obbedienza. Il giorno della festa dei Santi Innocenti, il 28 dicembre 1820, fece i quattro voti dei lazzaristi e il 23 settembre 1825 fu ordinato sacerdote nella cappella delle Sorelle della Carità, da mons. Dubourg, arcivescovo di New Orleans e il giorno seguente celebrò la sua prima Messa. Subito dopo venne spostato al seminario di Saint-Flour dove insegnò teologia dogmatica e due anni dopo fu nominato superiore del seminario preparatorio di Saint-Flour. Il suo successo spinse i suoi superiori a nominarlo, nel 1832, vice-direttore del noviziato a Parigi: svolse questo incarico fino al 1835. Obbedisce e si impegna al massimo, ma Jean-Gabriel ha un sogno: le missioni in Cina, e chiede ripetutamente e con insistenza di essere mandato, fin quando ebbe il permesso di andare in Cina. Il suo desiderio si fa ancora più ardente, quando il 2 maggio 1831, muore suo fratello Louis, a Batavia, mentre era in viaggio per raggiungere la Cina. Lui dovrà prendere il suo posto. Lasciata Le Havre il 21 marzo, il 29 agosto 1835 giunse a Macao, dove trascorse un certo tempo per studiare la lingua cinese. Il 21 dicembre 1835 iniziò il suo viaggio verso Ho-Nan, luogo della missione cui era stato assegnato. Nel gennaio 1838, venne trasferito alla missione di Hou-Pé. Nel settembre 1839 iniziarono persecuzioni anti-cristiane ad Hou-Pé e Jean-Gabriel fu una delle prime vittime: spogliato dei suoi abiti e coperto di stracci, veniva spostato da un tribunale all’altro e ad ogni processo veniva trattato in modo inumano. Infine venne portato a Ou-Tchang-Fo dove rimane otto mesi tra atroci sevizie e sofferenze; in attesa che la sua condanna a morte, pronunciata contro di lui dal tribunale locale, sia ratificata dall’imperatore. La ratifica dell’imperatore giunse al mattino dell’11 settembre 1840. A mezzogiorno, Jean-Gabriel Perboyre, 38 anni di età, veniva crocifisso, insieme a sette criminali comuni, come Gesù e finito a colpi di spada.