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Oggi 13 marzo la chiesa festeggia san Leandro di Siviglia, nacque a Cartagena (Spagna) nel 534, da una famiglia nobile romana di Cartagena. Il padre, morì in giovane età, e fu Leandro, a prendersi la responsabilità dell’educazione e della crescita dei quattro fratelli, sant’Isidoro vescovo di Siviglia, san Fulgenzio vescovo di Écija, santa Fiorentina abbadessa e Teodosia. Alla metà del VI secolo un nobile di nome Atanagildo richiese l’intervento dei bizantini per aiutare i cattolici perseguitati dagli ariani. I greci conquistarono Cartagena, così che la
famiglia di Leandro dovette fuggire a Siviglia. Là la madre si convertì al cattolicesimo ed educò i figli nella stessa fede. Leandro, fin da ragazzo, scelse di entrare in un monastero benedettino, dove trascorse 3 anni in intensa preghiera e studio. Suo grande desiderio era convertire al Credo Niceno gli ariani della Spagna con gli scritti e la predicazione. Alla morte del vescovo di Siviglia, nel 578 circa, la popolazione si recò al monastero, portò Leandro alla cattedrale di San Vincenzo e lo insediò sulla cattedra episcopale. La sua preoccupazione maggiore come vescovo fu quella di combattere l’eresia ariana. In quest’occasione ebbe l’opportunità di conoscere e convertire Ermenegildo il figlio del re ariano Leovigildo, che era stato esiliato a Siviglia assieme alla moglie Indegonda che era di fede cattolica. Il padre, infuriato, per la cosa, ordinò al figlio di tornare a Toledo, ma Ermenegildo si rifiutò e cercò piuttosto di ottenere l’aiuto militare dell’imperatore di Bisanzio. Questi venne sconfitto e imprigionato a Toledo. Il padre nella Pasqua del 585 impose al figlio di ricevere la comunione da un vescovo ariano, il figlio rifiutò e per questo venne fatto uccidere, per decapitazione. Leovigildo che voleva unificare sotto il credo ariano tutta la Spagna, mandò in esilio, nel 583, a Costantinopoli Leandro e molti altri cristiani. Durante il suo breve esilio, avrà l’opportunità di conoscere il futuro papa san Gregorio Magno, a quel tempo inviato pontificio presso i bizantini. Da quell’incontro nacque una forte amicizia tra i due. Re Leovigildo richiamerà in seguito Leandro in patria. Alla sua morte, nel 586, il nuovo re Recaredo, figlio di Leovigildo, si converte e si ha l’inizio di un nuovo periodo. I due lavorarono insieme per una Spagna cattolica unificata sotto il Credo cattolico, grazie alla liturgia detta mozarabica o visigota, di cui i vescovi Leandro e Isidoro furono grandi promotori, con apposite preghiere e canti per la Messa. La chiesa iberica si unì nel credo Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto invece dell’ariano Gloria Patri per Filium in Spiritu Sancto. Morì a Siviglia il 13 marzo 600.

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