a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 16 febbraio la chiesa celebra beato Giuseppe Allamano, nacque a Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo Don Bosco) il 21 gennaio 1851, rimasto orfano di padre a neanche 3 anni, figlio di una famiglia di agricoltori molto devoti e nipote di san Giuseppe Cafasso (fratello della madre), frequenta il ginnasio studia a Valdocco nell’oratorio di san Giovanni Bosco. Poi, dopo il ginnasio, proseguì gli studi presso la Pontificia facoltà teologica di Torino e venne ordinato sacerdote, a 22 anni, il 20 settembre 1873. Nel 1880 fu nominato Rettore del santuario delle Consolata, punto di riferimento per eccellenza della devozione mariana dei torinesi. Nel 1882 fece rivivere e rifiorire, all’ombra del santuario, anche l’annesso Convitto Ecclesiastico che san Giuseppe Cafasso aveva illustrato con la sua sapienza e la sua virtù e che, a causa delle diatribe teologiche dovute a influenze gianseniste, era stato chiuso nel 1878 dall’arcivescovo. Il 29 gennaio 1901 fonda a Torino l’Istituto dei Missionari della Consolata. L’8 maggio 1902 partono per il Kenya i primi quattro missionari, due sacerdoti e due fratelli coadiutori, seguiti, alla fine dello stesso anno, da altri quattro sacerdoti e un laico. Vista la necessità dalla presenza femminile nell’opera di apostolato, nel 1910, fonda le Missionarie della Consolata (Suore Missionarie della Consolata). Pur rimanendo sempre sacerdote secolare, Giuseppe, volle per i membri del suo Istituto i voti religiosi perché considerava questa forma di vita lo strumento migliore per favorire l’attività di evangelizzazione dei suoi missionari. Nel 1912, con altri responsabili missionari, segnala a papa Pio X la scarsa conoscenza di clero e fedeli sulle attività delle missioni e chiede l’istituzione di una giornata di sensibilizzazione. La Giornata Missionaria Mondiale verrà istituita da papa Pio XI nel 1926. Morì, di polmonite, a Torino il 16 febbraio 1926.
16 febbraio: santa Giuliana di Cuma, nacque intorno al 285 a Nicomedia (attuale Izmit in Turchia), da una famiglia pagana. Si convertì al cristianesimo. Fu promessa, all’età di 8 anni, in sposa a Eulogio, prefetto pagano della città. Secondo gli accordi raggiunti dalle due famiglie, le nozze si sarebbero celebrate quando Giuliana avesse compiuto 18 anni. Ma quel giorno la giovane pose come condizione al matrimonio la conversione al cristianesimo da parte dello sposo. Ma lo stesso fidanzato la denunciò e condusse in tribunale dove ella, non avendo rinnegato la fede cristiana, fu condannata a morte. All’epoca del martirio di Giuliana, Nicomedia era stata eletta, dopo Roma, sede privilegiata dell’impero, dove l’imperatore Diocleziano, dopo aver istituito la tetrarchia, pose la propria residenza ed esercitò la sua opera urbanistica. La persecuzione di Diocleziano partì proprio da Nicomedia, ed Eusebio narra che furono individuati e perseguitati cristiani anche negli uffici e nei palazzi imperiali. I martiri di quella città furono svariati e tra questi Doroteo che era un notabile dell’impero, ed Antimo che era vescovo della città. La giovane venne ripetutamente torturata e infine decapitata, nel 305, ai tempi delle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Le sue spoglie custodite da una matrona romana, furono venerate nella cattedrale di Cuma (Napoli), oggi distrutta, che le accolse dopo il naufragio della nave che le conduceva verso Roma. Nel 1207 le reliquie di Santa Giuliana furono traslate al monastero napoletano delle Clarisse di Santa Chiara, attualmente invece sono conservate nella cripta di San Guglielmo del Santuario di Montevergine ad Avellino.