Da “Il fatto vesuviano” apprendiamo di un’agitazione dei dipendenti degli Scavi di Pompei per Pasqua e Pasquetta. L’organico del sito archeologico chiede infatti un adeguamento degli stipendi in virtù de maggior numero di presenze all’interno del museo a cielo e dunque del lavoro che va continuamente ad aumentare. E così i lavoratori sono pronti ad incrociare le braccia proprio in due dei giorni in cui si registrano i maggiori afflussi di turisti e visitatori. Ed in tal senso giunge l’ira delle agenzie di viaggi che prevedono una nuova figuraccia mondiale per Pompei. Il presidente Fiavet della Campania, Ettore Cucari, esprime un giudizio molto negativo sulle iniziative di protesta, con la conseguente chiusura dei siti, annunciate dai lavoratori degli Scavi di Pompei per il ponte di Pasqua «perché – dice – causano incertezza ai turisti e sono l’ennesima “mazzata” al settore». «Ormai i tour operator lavorano più per l’outgoing che per l’incoming – spiega Cucari – Più che per i gruppi che scendono dalle navi da crociera, i problemi sono per i singoli turisti. I pullman dei crocieristi fanno presto a modificare il programma ed a cambiare meta. Ma il turista che si organizza privatamente, già fa salti mortali per poter trovare un treno per raggiungere gli Scavi e quando lo trova, si imbatte in disagi senza fine. Per concludere, una volta raggiunti gli Scavi, potrebbe anche trovare i cancelli chiusi a causa della protesta dei sindacati. Tutto questo alimenta l’immagine negativa dell’Italia all’estero. Dall’estero ci chiedono in questi giorni qual è la situazione a Pompei, che cosa è possibile visitare e quali sono i disagi da affrontare. Noi siamo costretti a spiegare che a causa di una protesta sindacale non siamo in grado di prevedere se il sito sara’ aperto nei giorni clou della Pasqua e questo e’ inaudito». I sindacati sottolineano invece che «gli Scavi di Pompei contano oltre il 10% di visitatori e incassi grazie all’apertura straordinaria del lunedì» e, aggiunge il segretario della Cisl Bac degli Scavi, Antonio Pepe ‘«i lavoratori di Pompei non sono contestatori, ma hanno sempre dimostrato più degli altri di voler partecipare al rilancio dei beni culturali. Basti ricordare che Pompei per scelta sindacale è l’unico sito del ministero per i Beni e le attività culturali a rimanere aperto 365 giorni l’anno e da oltre 17 anni non applica più la chiusura settimanale del lunedì». È questo il motivo per cui i lavoratori protestano e chiedono un “compenso ad hoc” in rapporto all’incremento d’incasso che assicurano con le aperture straordinarie tra cui quelle di Pasqua in cui i siti archeologici registrano sempre il tutto esaurito.